Due straordinari concerti dedicati ai protagonisti della New York School e dell’avanguardia fiorentina di quegli stessi anni
SIENA. Il Chigiana International Festival & Summer Academy Tracce presenta a Siena due straordinari concerti dedicati ai protagonisti della New York School, con John Cage, Morton Feldman e Chistian Wolff e dell’avanguardia fiorentina di quegli stessi anni, con in testa Sylvano Bussotti, Daniele Lombardi Lombardi e Roberto Lupi.
Venerdì 12 luglio nel Salone dei Concerti di Palazzo Chigi Saracini alle ore 21.15, il Trio di Parma sarà protagonista concepita di una serata realizzata in esclusiva per il Festival chigiano, del Trio per violino, violoncello e pianoforte di Morton Feldman. La formazione, che si compone di Ivan Rabaglia, violino, Enrico Bronzi, violoncello e Alberto Miodini, pianoforte, ha un legame profondo con l’Accademia Chigiana. Nata all’interno dei suoi corsi estivi, ha instaurato con l’istituzione senese un legame solido che continua ancora oggi, dimostrando che la Chigiana non è solo un luogo di formazione, ma è anche custode di memorie e tradizioni che si perpetuano tra le generazioni.
Il Trio per violino, violoncello e pianoforte, composto nel 1980, è uno degli ultimi lavori di Feldman; in un unico movimento, è uno dei suoi primi esperimenti compositivi di espansione del tempo. Qui Feldman trasforma la percezione temporale dell’ascoltatore, immergendolo in un continuum sonoro, uno spazio dove il suono perde quasi consistenza, diventando materiale da modellare, plasmabile al punto tale che diventa arduo distinguere tra suoni passati e presenti. In questa musica predomina la tensione dell’attesa e la sorpresa dell’apparizione del suono, come in un dramma in cui gli strumenti dialogano in un universo carico di suspense; l’atmosfera è eterea ma dominata dai suoni di bassa intensità, i “quiet sounds”. Il Trio di Parma affronta per la prima volta questo capolavoro assoluto, confermando l’attenzione dell’ensemble nei confronti della musica d’oggi, che lo ha portato a interpretare negli ultimi anni opere cruciali dal Novecento storico alla musica d’oggi.
Morton Feldman (1926-1987) fu fortemente influenzato dalla musica di John Cage, da cui mutua alcuni principi, a partire dalla rivoluzione della dimensione del tempo. Vivendo in modo accesso il rapporto tra l’universo delle arti visive e l’arte dei suoni, fu fautore di sonorità e sistemi di notazione non convenzionali, basati su griglie o altri elementi grafici, per il suo frequente uso delle ripetizioni è considerato un precursore del minimalismo ed ebbe a sua volta un’influenza determinante sugli autori e gli interpreti dell’avanguardia fiorentina di quegli anni, a cominciare da Daniele Lombardi e Giancarlo Cardini.
La forti connessioni tra le tendenze delle avanguardie musicali del XX secolo di New York e di Firenze sono al centro del concerto di sabato 13 luglio alle 21:15 a Siena nel Salone dei Concerti di Palazzo Chigi Saracini: Roberto Fabbriciani, flauto, interprete di riferimento nell’ambito del repertorio contemporaneo per i fiati, Antonio Caggiano, nella doppia veste di percussionista e “leggenda” dell’Accademia Chigiana, dov’è docente di percussioni e direttore del Chigiana Percussion Ensemble – tra i prestigiosi ensemble in residenza al Festival – esploreranno l’opera dei maggiori esponenti della New York School e del coevo movimento musicale fiorentino. Sulle tracce dello stimolante scambio di idee musicali intercorso tra le due comunità a partire dalla fine degli anni ’50 si sviluppa un programma straordinario che mette in evidenza la tensione tra due istanze contraddittorie: la ricerca della modernità e il ritorno verso l’antico. Queste esplorazioni musicali spaziano da New York a Firenze e coinvolgono figure come John Cage, Roberto Lupi, Daniele Lombardi, Lou Harrison e Sylvano Bussotti, e rappresentano un intreccio di influenze culturali e innovazioni artistiche che ha ridefinito il panorama della musica contemporanea, creando un’esperienza artistica incentrata sulla sperimentazione e la libertà interpretativa, la contaminazione tra stili e generi, l’improvvisazione e l’interazione dinamica tra compositore, interprete e pubblico.
In questo panorama, la figura di John Cage emerge come un ponte tra mondi diversi. Il suo concerto alla Società Leonardo Da Vinci di Firenze, insieme a Berio, nel 1959, per i compositori fiorentini rappresentò un’ulteriore spinta verso il cambiamento nel modo di pensare la musica; un processo già innescato dall’opera di Dallapiccola e del suo collega Lupi, entrambi docenti al Conservatorio di Firenze. Saranno poi i loro allievi, come Bussotti – che studiò a Darmstadt con Cage – e Daniele Lombardi, ad avviare una “Schola Fiorentina”, ispirata al gruppo francese Les Six. Già nel suo Trio per 3 percussionisti, del 1936, introduceva elementi di estremo interesse, tra cui una ripetizione non casuale del numero tre: tre sono i movimenti – Allegro, March, Waltz -, come tre sono gli esecutori, i quali devono suonare diversi tipi di percussioni. La varietà timbrica degli strumenti coinvolti è l’ingrediente fondamentale di ogni breve movimento, che sintetizza le forme tradizionali nella loro componente ritmica essenziale.
A New York, le idee di Cage furono poi condivise da compositori a partire da Morton Feldman, pioniere delle nuove grafie sonore, con notazione non convenzionali che rappresentano idee musicali in modo visivo, grafico, artistico. Tra queste partiture, The King of Denmark, composto nel 1964, è uno studio sul colore strumentale. Gli esecutori suonano solo con le dita, le mani e le braccia, producendo suoni quasi inaudibili. Il brano è ispirato a un aneddoto su re Christian X di Danimarca che sfidò l’antisemitismo nazista camminando con la stella gialla sul petto. Di Christian Wolff, che successivamente raccolse, interpretando con originalità le istanze di questa rivoluzione, il brano 70 (and more) for Alvin, scritto per il 70º compleanno di Alvin Lucier, esalta la libertà dell’interprete, permettendo agli esecutori di plasmare attivamente la musica. Questa tecnica creativa improvvisativa, conosciuta in seguito come “cueing”, permette agli esecutori di essere estremamente attivi e partecipi, in quanto devono scegliere quali unità di materiale suonare basandosi su ciò che hanno appena udito. In The Song of Quetzalcoatl, composto nel 1941, il serpente piumato, divinità azteca del vento, ispirò a Lou Harrison una composizione che combina una varietà di strumenti a percussione messicani e cinesi. Un motivo ripetitivo molto breve segna l’inizio del rito, intensificandosi, per condurre a uno stato di trance; raggiunto l’apice nella parte centrale, il suono del gong interrompe il rito. Perderà progressivamente intensità e rallenta il suo ritmo, per essere portato via dal vento.
L’invito di Cage a insegnare a Darmstadt nel 1958 fu un evento centrale nel percorso all’introduzione nella musica occidentale di processi compositori aleatori e di una funzione co-autorale degli interpreti, come accadeva nel jazz. Sylvano Bussotti, figura chiave in questo contesto, divenne un’icona della musica e dell’arte contemporanea, esplorando la “musique déssinée” in opere come Coeur pour batteur n.2 (1959) – “allo stesso tempo opere grafiche e composizioni musicali” – e Passo d’uomo, con il sottotitolo Danze Maschili, per Ottavino, Timpani e 2 Gruppi di Percussioni, debuttava all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma nel 1978. Le sue partiture sono opere d’arte che alternano notazione tradizionale e pittografia, rendendo l’esecuzione aleatoria e diversa ogni volta. Miroir 1 Crepuscolo a Foce Verde di Daniele Lombardi, eseguito per la prima volta nel 2012, è ispirato ai suoni della natura e del traffico. La partitura di Lombardi, riflettendo l’influenza di Cage sul silenzio, usa colori per rappresentare strumenti diversi, creando una “composizione silenziosa” dove i suoni emergono dalla natura circostante, a partire dall’incessante scorrere dell’acqua che va verso il mare che le fa da sfondo. L’antroposofia ha influenzato profondamente l’estetica e la teoria musicale di Roberto Lupi. Esempio significativo della sua filosofia è Parafrasi sul Secondo Inno Delfico ad Apollo, un brano così rappresentativo della sua visione che fu suonato al suo funerale a Basilea. Questo brano per flauto e percussioni presenta un ritmo irregolare, come una danza rituale, che induce alla meditazione, evocando paesaggi agresti classici.
Biglietteria e informazioni – Biglietti disponibili con vendita online tutti i giorni e presso la biglietteria di Palazzo Chigi Saracini dal lunedì al sabato dalle ore 11 alle ore 18; il giorno del concerto la vendita proseguirà presso le rispettive sedi di concerto, a partire da due ore prima dello spettacolo.
Per informazioni, prenotazioni e acquisto biglietti consultare il sito www.chigiana.org o contattare la biglietteria chiamando il n. 0577220922 (ore 11-18 esclusa la domenica) o inviando una email a biglietteria@chigiana.org.
I concerti possono subire variazioni di luogo e orario. Si prega di verificare sempre sul sito www.chigiana.org
PROGRAMMI
12 luglio 2024
Palazzo Chigi Saracini, Siena
ore 21.15
TRIO DI PARMA
Ivan Rabaglia violino
Enrico Bronzi violoncello
Alberto Miodini pianoforte
– – –
13 luglio 2024
Palazzo Chigi Saracini, Siena
ore 21.15
Omaggio alla scuola di New York / Firenze
ROBERTO FABBRICIANI flauto
ANTONIO CAGGIANO percussioni e direttore
CHIGIANA PERCUSSION ENSEMBLE
Sylvano Bussotti Cœur da Sette fogli
Daniele Lombardi Miroir 1 “Crepuscolo a Foce Verde” per flauto, percussioni e nastro magnetico
Morton Feldman The King of Denmark per percussioni
Christian Wolff 70 (and more) for Alvin versione per percussioni
John Cage Trio per 3 percussionisti
Roberto Lupi Parafrasi sul II Inno delfico ad Apollo per flauto e percussioni
Lou Harrison The song of Quetzalcoatl per 4 percussionisti