Solidarietà ai 12 studenti a processo penale con l'accusa di interruzione di pubblico servizio
SIENA. Era il 30 Novembre del 2010, quando un corteo spontaneo di circa cinquecento persone invadeva le strade della città di Siena. Una giornata, quella, preceduta da settimane di mobilitazioni permanenti di studenti e di lavoratori, che in assemblee pubbliche e partecipate esprimevano la propria contrarietà ad una riforma dell’Università, che aveva come obiettivo dichiarato quello di affossare il ruolo sociale e pubblico dell’istruzione ad appannaggio degli interessi privati.
All’interno di un contesto nazionale fatto di occupazioni di strade, di ferrovie, di monumenti e di tetti delle facoltà da parte degli studenti e dei ricercatori, anche a Siena cresceva la necessità di constestare la legge Gelmini, costruendo momenti di dibattito e cortei a cui partecipavano non soltanto studenti, ma anche ampie parti della popolazione che avevano cominciato a dialogare e a solidarizzare con quel movimento.
Proprio a Siena, quel giorno, ci mettemmo in cammino in centinaia in vari punti della città, accolti dagli applausi di molti cittadini senesi, che con noi partecipavano alla contestazione di una riforma che metteva in discussione la piena accessibilità all’istruzione, negando il diritto alla conoscenza non solo a quella generazione che era in piazza, ma anche a quelle che oggi vivono in pieno la destrutturazione dell’università voluta dal Governo Berlusconi.
Più volte, durante quel corteo estremamente pacifico, i manifestanti hanno subìto pesanti intimidazioni da parte delle forze dell’ordine, che, a differenza di coloro che partecipavano a quelle giornate di contestazione, non hanno saputo gestire la pressione politica. Quel giorno gli studenti manifestavano legittamente il proprio dissenso nei confronti di una riforma che ha sancito la demolizione dell’istruzione pubblica, con tutto ciò che essa comportava per una realtà come quella senese. Fra le centinaia che erano in piazza, dodici persone sono state arbitrariamente prese come capi di un movimento, che non aveva capi nè voleva averne. È paradossale che siano state proprio le forze dell’ordine a dare dei “leader” ad un movimento, così come è palese che il coinvolgimento di dodici persone in un processo sia assolutamente strumentale ed abbia come unico obiettivo quello di condannare politicamente tutti coloro che in quei giorni erano nelle piazze.
E’ evidente come i movimenti in Italia subiscono gli accanimenti giudiziari di un paese che vive in una fase di forte repressione delle istanze popolari. Da anni, si cerca di intimidire chi manifesta facendo terrorismo giudiziario individuale, colpendo i singoli per colpire politicamente interi movimenti.
A qualche mese dalla suddetta manifestazione, a questi dodici studenti veniva imputato il reato di interruzione di pubblico servizio, il cui processo penale si aprirà il giorno 20 novembre 2013, a distanza di ben tre anni dai fatti.
Queste righe hanno l’intento di rigettare qualsiasi tipo di criminalizzazione di quel movimento e di rivendicarlo in ogni sua pratica di sensibilizzazione. Lo stesso movimento che ha avuto il coraggio di denunciare alla città di Siena e all’intero Paese, le politiche distruttive che hanno annientato negli ultimi anni il diritto allo studio e la piena accessibilità al mondo dell’istruzione.
Tre anni fa esprimevamo il timore di quanto poi oggi si vede realizzato attraverso i tagli lineari voluti dai vari Governi che si sono succeduti, che hanno annientato di fatto i fondi per il diritto allo studio e i finanziamenti pubblici alle Università. Per questo motivo, riteniamo di avere il dovere, oggi come allora, di resistere ancora un minuto di più, chiedendo alla cittadinanza di esprimere solidarietà, proprio come quel 30 novembre, a quei dodici ragazzi che stanno subendo un procedimento penale e all’intero movimento che ha combattuto non soltanto per se stesso ma per il futuro di Siena e dell’intero Paese.
A tal proposito, in solidarietà ai denunciati, con l’intento di rilanciare una nuova fase di mobilitazione, si è costituito il Comitato 30 Novembre che ha come obiettivo primario quello di promuovere una compagna di mobilitazione che, collegandosi a quel 2010, metta al centro le battaglie più attuali contro le politiche di austerity e di privatizzazione.
Comitato 30 novembre