AMIATA. (f. p.) L'attività mineraria e il mondo della miniera hanno fatto parte per secoli della cultura europea, costituendo un humus comune e un'esperienza umana che ha caratteri simili. Su questo tema esistono moltissime ricerche antropologiche e storiografiche che però spesso sono rimaste confinate in ambiti locali.
Il convegno “Minatori e miniere, una memoria europea” organizzato a Firenze il 22 e 23 settembre 2009 presso la Biblioteca delle Oblate, Via dell'Oriuolo, 26, dalla Regione Toscana e dalla Sovrintendenza archivistica regionale, è un primo tentativo per cominciare a coordinare la riflessione su questo antico mestiere e questo antico modo di vita. Ma è anche l'occasione per mostrare al pubblico un patrimonio straordinario: le numerose fonti audiovisive raccolte in questi anni, filmati, interviste, documentari rimasti fino ad oggi per lo più inediti. Un materiale eccezionale, di grande impatto emotivo, che si presta ad una rielaborazione letteraria fino a diventare – come mostrerà il Reading della sera del 22 settembre – fonte di scrittura scenica. Il tema della comunicazione e riattualizzazione dell'esperienza della miniera costituirà anche l'occasione per una riflessione, nella seconda giornata, sulle modalità di musealizzazione dei siti minerari, di cui la Toscana è particolarmente ricca. Una musealizzazione apparentemente semplice perché la miniera sembra predisposta a diventare museo: un ambiente “altro”, una luce, un microclima, un silenzio così differenti da quanto si può esperire in superficie. Tuttavia questo tipo di musealizzazione è tutt'altro che facile e può portare a risultati contraddittori: rischia di essere perduta la complessa vita di un tempo entro la miniera, i pericoli e la morte dei minatori, la loro professionalità e le loro lotte, in una parola tutto quanto le fonti tradizionali e audiovisive ci raccontano in modo così ricco ed efficace.
Il convegno “Minatori e miniere, una memoria europea” organizzato a Firenze il 22 e 23 settembre 2009 presso la Biblioteca delle Oblate, Via dell'Oriuolo, 26, dalla Regione Toscana e dalla Sovrintendenza archivistica regionale, è un primo tentativo per cominciare a coordinare la riflessione su questo antico mestiere e questo antico modo di vita. Ma è anche l'occasione per mostrare al pubblico un patrimonio straordinario: le numerose fonti audiovisive raccolte in questi anni, filmati, interviste, documentari rimasti fino ad oggi per lo più inediti. Un materiale eccezionale, di grande impatto emotivo, che si presta ad una rielaborazione letteraria fino a diventare – come mostrerà il Reading della sera del 22 settembre – fonte di scrittura scenica. Il tema della comunicazione e riattualizzazione dell'esperienza della miniera costituirà anche l'occasione per una riflessione, nella seconda giornata, sulle modalità di musealizzazione dei siti minerari, di cui la Toscana è particolarmente ricca. Una musealizzazione apparentemente semplice perché la miniera sembra predisposta a diventare museo: un ambiente “altro”, una luce, un microclima, un silenzio così differenti da quanto si può esperire in superficie. Tuttavia questo tipo di musealizzazione è tutt'altro che facile e può portare a risultati contraddittori: rischia di essere perduta la complessa vita di un tempo entro la miniera, i pericoli e la morte dei minatori, la loro professionalità e le loro lotte, in una parola tutto quanto le fonti tradizionali e audiovisive ci raccontano in modo così ricco ed efficace.