I chiarimenti da chiedere all'ex-sindaco, se alla festa del PD fosse stato consentito
di Red
Rivedendo il dibattito nel sito di Tvedo, suonano così le parole di Ceccuzzi, che aveva ricordato, all’inizio del dibattito, che formalmente lui non ha amministrato né il Monte né la Fondazione. Ed è vero. Ma se alla fine di giugno aveva veramente appena scoperto che il debito esisteva, forse è stato chiamato a fare delle scelte. La prima è stata la sostituzione del responsabile dell’aver contratto il debito all’insaputa di tutti (anche di Mancini, della Deputazione e degli organi di vigilanza a Roma? Nessuno prima dell’incontro in Fortezza era caduto dalle nuvole pubblicamente …), il provveditore Parlangeli. Risoluzione consensuale del rapporto, scrisse la Fondazione, e un cenno di ringraziamento del sindaco di Siena e del presidente della Provincia a Parlangeli, ma sempre dando la colpa alla situazione di crisi internazionale senza far riferimento “alle scoperte debitorie”. Momento delicato: si era negli ultimi giorni dell’ultimo aumento di capitale. Un pugno di giorni, diciamo dal 25 giugno all’8 di luglio, in cui Franco Ceccuzzi sarà stato tentato di far saltare il banco? Visto che si è quasi attribuito il potere di far fuori Parlangeli (“Quando sono arrivato, il 19 di maggio, ho dato una spinta per cambiare il Provveditore della Fondazione”), si presume avesse anche il potere di far saltare l’adesione della Fondazione all’aumento di capitale e quindi di far annullare tutti i finanziamenti predisposti da Mancini & C., la vendita degli asset diversificativi come F2i, Cassa Depositi e Prestiti, Mediobanca. Quelli che oggi avrebbero potuto dare utili preziosi per la sopravvivenza di Palazzo Sansedoni e del sistema delle erogazioni. Appena dopo aver chiuso il bilancio 2010 con un rosso profondo mai visto né immaginato di 128 milioni di euro: quello che forse ha originato la curiosità di Ceccuzzi per saperne di più?