Partecipata assemblea annuale della sezione di Siena
Articolo e foto di Diego Fionda
SIENA. Venerdì (27 settembre), presso il circolo Arci “Due Ponti”, si è tenuta l’assemblea annuale di Libera a Siena, sezione territoriale dell’associazione di don Luigi Ciotti che dal 1995 è impegnata nella lotta alle mafie e nella promozione di legalità e giustizia. L’obiettivo dell’evento era di fare un bilancio sulle attività svolte durante l’anno, presentare le iniziative in programma per il futuro e, naturalmente, fare una riflessione sulla presenza di organizzazioni di stampo mafioso sia a livello locale che nazionale ed alla necessità di combatterle. All’assemblea hanno partecipato: Giulio Sica, ex magistrato e coordinatore di Libera a Siena; Giuseppe Quattrocchi, Procuratore di Firenze; Francesca Rispoli, rappresentante di Libera nazionale; Andrea Bigalli, coordinatore di Libera Toscana. Oltre a soci e simpatizzanti dell’associazione, erano presenti anche esponenti della società civile e politica del territorio senese come l’assessore provinciale Simonetta Pellegrini, il sindaco di Monteroni d’Arbia Jacopo Armini ed il presidente del consiglio comunale di Siena Mario Ronchi.
Il coordinamento di Libera a Siena ha espresso grande soddisfazione per i progetti portati a termine in quest’ultimo anno ed ha presentato i prossimi eventi in programma, fra i quali spicca l’incontro di novembre con il consigliere regionale in Lombardia Umberto Ambrosoli, a testimonianza dell’impegno crescente dell’associazione. Un impegno che non tutti valutano in modo positivo, come ricordato da Giulio Sica, referente di Libera a Siena, durante l’assemblea. Risale a giovedì, infatti, l’ultimo di una serie di “scherzi” ai danni della Bottega di Libera Terra presso la Cooperativa Impegno Sociale Onlus di Via Lucherini, in cui sono stati rimossi i poster plastificati che indicano la Bottega di Libera. Sono questi gli episodi che, secondo Sica, fanno riflettere sulla reale necessità di arginare illegalità e criminalità anche sul nostro territorio.
Proprio su questo aspetto si è concentrato l’intervento del Procuratore della Repubblica di Firenze Giuseppe Quattrocchi, il quale ha dichiarato: “Per il momento non abbiamo la mafia in casa, ma cammina per le nostre strade”. Secondo Quattrocchi, infatti, le organizzazioni di stampo mafioso non sono particolarmente attive e radicate né a Siena, né nel resto della regione toscana, ma l’attenzione verso questo territorio sta crescendo costantemente, tanto da portare le famiglie malavitose ad investire qui grandi quantità di capitale sia umano che economico. Per questo motivo diventa cruciale sensibilizzare e mobilitare il maggior numero di cittadini senesi e toscani verso il rispetto della legalità e la lotta contro l’ingiustizia ed il crimine organizzato. Solo in questo modo sarà possibile organizzare quella che il Procuratore definisce “prevenzione sociale contro ogni tipo di mafia”. Ma, negli ultimi anni, questa battaglia lunga e sanguinosa si è fatta sempre più complessa, sia da condurre, sia da raccontare.
La coordinatrice di Libera nazionale Francesca Rispoli ci tiene a sottolineare questa diversità: prima, con i loro gesti di aberrante violenza, le organizzazioni mafiose erano visibili e palesi agli occhi di tutti; ma ora il loro modo di agire è cambiato, operando dalle retrovie ed occupando posti di rilievo nel tessuto politico, economico e sociale nazionale. La conseguenza di questa difficoltà è che l’opinione pubblica possa considerare il problema lontano dalla realtà ed abbassare la guardia, ma è proprio questo, secondo Rispoli, l’obiettivo primario di Libera: tenere alta l’attenzione e coinvolgere sempre più persone in questa lotta. L’appello, naturalmente, non è rivolto solo ai cittadini, ma anche alla classe dirigente. Nel suo intervento, infatti, il coordinatore di Libera Toscana Andrea Bagalli invita la classe politica, con particolare riferimento a quella senese, ad impegnarsi e partecipare di più in questo tipo di problematiche. Secondo Bagalli è proprio in contesti di disaffezione verso la politica e di povertà che le organizzazioni mafiose si inseriscono, trovando molta più attenzione del solito.
Questo, in conclusione, il messaggio che i relatori hanno voluto lanciare: una presa di coscienza, un impegno ed una partecipazione sempre maggiori, per arginare quello che può essere considerato uno dei mali peggiori di questo Paese. Un appello che ha come destinatari soprattutto i giovani. A loro viene fatto costante riferimento in tutti gli interventi della giornata, sia per quanto riguarda la realtà senese di Libera, sia nel più ampio scenario nazionale. Solo con la spinta dei più giovani questo movimento potrà guardare con fiducia al futuro e la lotta contro ogni tipo di mafia potrà continuare, fino a quella vittoria che adesso appare così lontana.