FIRENZE. Un Istituto “consolidato” che occorre “rafforzare nei compiti e nel ruolo, fondamentale, che riveste”. Con queste parole il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana Angelo Pollina ha aperto i lavori della Conferenza dei Difensori civici locali che oggi (6 novembre) in Palazzo Panciatichi a Firenze, aveva all’ordine del giorno un seminario di approfondimento su normativa e esperienza sul campo.
Un’occasione di dibattito e approfondimento organizzata anche per presentare la bozza della nuova Carta della Difesa civica locale che segue e completa la prima edizione elaborata nel 2004 con il contributo della rete della Difesa civica toscana oggi più che mai radicata sul territorio. A distanza di 5 anni, da 51 difensori civici nominati per un totale di 153 amministrazioni locali, si è passati a 60 e 199 amministrazioni coperte tra Comuni, Province e Comunità montane.
Un dato accolto con soddisfazione dal vicepresidente Pollina che ha ricordato come i “conflitti tra istituzioni e cittadini vadano progressivamente aumentando”. “La nostra attenzione per la Difesa civica – ha detto Pollina – rimane alta così come fatto in questi anni. A Giorgio Morales e a tutte le figure di riferimento sul territorio per utenti e fruitori di servizi pubblici, vanno i ringraziamenti del Consiglio regionale della Toscana. Ringraziamenti per un ruolo sempre svolto in maniera imparziale, come naturalmente deve essere, ma anche per l’attenzione e la precisione dimostrata in tutti i campi di intervento della tutela non giurisdizionale”.
Prima di lasciare spazio al dibattito, il Difensore toscano Giorgio Morales ha presentato la bozza della nuova Carta. Un “disciplinare redatto insieme ad Anci Toscana e Consiglio delle autonomie locali – ha spiegato – con una caratteristica diversa dall’edizione precedente che ho ritenuto di dover aggiornare prima di concludere il mio mandato. La nuova Carta punta infatti sull’autonomia statutaria e normativa degli Enti locali i quali possono disciplinare funzioni nuove, più precise e incisive del Difensore civico anticipando in un certo senso la legge statale quadro che al momento non credo abbia possibilità di essere applicata”.
Tra le linee fondamentali previste nel documento presentato da Morales, anche il proposito di “rafforzare ruolo e poteri” considerato anche che l’istituzione del Difensore civico è posta come condizione necessaria fra i requisiti di democraticità per l’accesso dei nuovi stati all’Unione europea e al Consiglio d’Europa. In questo contesto, secondo Morales è “paradossale che l’Italia, stato fondatore di entrambe le organizzazioni, non abbia ancora né un Difensore civico nazionale, né quello regionale in Friuli e sia in discussione un ridimensionamento della figura a livello locale, mentre alcune regioni non l’hanno mai istituito o rinnovato”.