Gli studenti sostenuti anche da gruppi politici
SIENA. Da Potere al Popolo riceviamo e pubblichiamo.
“Dopo 7 mesi di incessanti mobilitazioni, il Comitato Palestina Siena è arrivato al settimo giorno di “acampada” di fronte al Polo Mattioli dell’Università di Siena. È già un risultato straordinario, perché si è riusciti a connettere la nostra città all’ondata di manifestazioni studentesche, che dai campus americani sta attraversando tutti i paesi dell’Occidente e si è diffusa a macchia d’olio anche nel nostro paese.
Le rivendicazioni portate sono giuste e dirette al cuore del problema: la complicità dei paesi occidentali alla violenza genocida perpetrata da “israele” ai danni del popolo palestinese. Questa complicità permea ogni aspetto della società, in primo luogo le istituzioni universitarie, che attraverso gli accordi in essere con le università israeliane e la filiera della guerra contribuiscono attivamente all’apartheid, all’occupazione e alla pulizia etnica nei territori della Palestina.
Rescindere questo accordi è fondamentale, così com’è fondamentale isolare lo stato sionista dal punto di vista economico, diplomatico e militare.
Come Potere al Popolo Siena e provincia ci siamo messi al servizio del Comitato fin dal primo giorno, cercando di portare il nostro contributo e sostenendo le azioni in ogni modo. Anche oggi, la nostra solidarietà e le nostre forze sono al servizio degli studenti, del personale tecnico amministrativo e docente che partecipano attivamente all’“acampada” davanti al Polo Mattioli. Siamo uniti agli studenti e siamo loro grati per lo straordinario lavoro di sostegno alla causa Palestinese che hanno svolto in questi mesi e che stanno portando avanti quotidianamente.
La Palestina ha bisogno di tutte e tutti. Ne ha bisogno adesso. Invitiamo la cittadinanza di Siena e della provincia a recarsi all’”acampada” davanti al Polo Mattioli, domani e nei prossimi giorni, per portare solidarietà e mettere pressione ai rettori di Unisi e Unistrasi, ai quali è richiesto un confronto con il Comitato sul tema del boicottaggio accademico”.