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Direttore responsabile Raffaella Zelia Ruscitto
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Continua la protesta dei ricercatori dell’Università

SIENA. Dal Coordinamento Interfacoltà dei Ricercatori Senesi riceviamo e pubblichiamo.
"Il Coordinamento Ricercatori Interfacoltà dell’Università di Siena esprime la propria ferma contrarietà rispetto al DDL Gelmini così com'è stato approvato dal Senato nel mese di luglio, accompagnato, tra l’altro, da forti, ulteriori tagli agli atenei italiani.
Il DDL ha, tra le altre cose, deliberatamente ignorato le richieste di pieno riconoscimento della funzione docente e di istituzione di un piano straordinario di reclutamento che anche altre parti, tra cui la CRUI e l'Interconferenza dei Presidi, ritengono senz’altro necessarie per permettere all'Università italiana di funzionare adeguatamente nei prossimi anni. Senza nemmeno prendere in considerazione alcuna di queste soluzioni, il DDL ha anzi peggiorato la condizione degli attuali Ricercatori ponendoli in concorrenza non solo con i futuri nuovi Ricercatori a tempo determinato, ma anche con i Professori Associati.
Come già dichiarato nei mesi scorsi, a Siena come in moltissime Facoltà ed Università italiane, in assenza di cambiamenti significativi del DDL Gelmini, i Ricercatori confermano di essere indisponibili allo svolgimento dei corsi di insegnamento.
Va ribadito, dato che si sono sentite voci minacciose e assurde circa la “funzione” dei Ricercatori, che essi in questo modo non si pongono in sciopero. I Ricercatori hanno compiti di ricerca. L’attività didattica che essi svolgono, spesso da oltre 15 anni e con carichi didattici paragonabili a quelli di Ordinari ed Associati, è stata sempre compiuta gratuitamente e per sopperire alle esigenze della didattica. Appare inaccettabile che a questa attività manchi qualunque riconoscimento, istituzionale ed anche morale, per non dire economico.
 In piena conformità a questa analisi, i Ricercatori dell’Ateneo senese avevano già  a giugno 2010 dichiarato di essere disposti a ritirare la propria indisponibilità solo a condizione che il governo ed il Ministro avessero accolto la richiesta di revisioni o integrazioni al DdL Gelmini, richiesta già avanzata con una mozione votata all’unanimità dalla Conferenza dei Rettori (documento CRUI 27 maggio 2010), riguardo almeno i seguenti due punti contestuali e irrinunciabili:
1) l’adozione di un piano straordinario, riservato ai Ricercatori a tempo indeterminato che assicurasse, attraverso procedure di abilitazione nazionale, e con vincolo di chiamata diretta per i Ricercatori che l’avessero conseguita, la possibilità di una progressione di carriera a non meno di 2000 Ricercatori all’anno, per sei anni consecutivi.
(A tale piano straordinario si poteva garantire adeguata copertura finanziaria prevedendo la possibilità di attingere al fondo per il merito (attualmente il 7% del finanziamento ordinario).)
 
2) – la messa ad esaurimento del ruolo doveva essere accompagnata da un pieno riconoscimento della funzione docente che i Ricercatori a tempo indeterminato svolgono  gratuitamente da anni, contribuendo in maniera determinante all’offerta didattica degli atenei. Riconoscimento che doveva essere sostanziale, quindi anche di tipo economico e non solo formale o nominale della funzione docente, con estensione ai diritti in tema di diritto del lavoro e norme pensionistiche propri dei Professori.
 In risposta al documento dei Ricercatori, il Senato Accademico di Siena, il 5 Luglio 2010, aveva dichiarato di valutare “inaccettabile un’eventuale chiusura verso queste proposte, unanimemente ritenute opportune e fattibili” e ravvisava come prevedibile conseguenza “l’attenersi dell’intero corpo docente alla didattica istituzionale, nei limiti previsti, senza coprire insegnamenti eventualmente lasciati scoperti dai Ricercatori, rendendo impossibile la normale attività didattica nell’A.A. 2010-2011.”
In seguito, il Rettore Focardi, avendo presentato le nostre richieste ad alcuni componenti della Commissione Cultura del Senato dove era attualmente in discussione il DDL, aveva dichiarato che sperava sinceramente che quello che stava facendo potesse “servire a aprire la strada alle giuste richieste dei Ricercatori”.
Dal canto suo, l’allora candidato Rettore Riccaboni, ora eletto, dopo essersi anche esso fatto promotore delle nostre richieste, aveva dichiarato che condivideva “in pieno la rinuncia all’accettazione degli incarichi di insegnamento da parte dei Ricercatori”, che la sua stessa Facoltà aveva deciso di sospendere la programmazione didattica e che considerava “un segnale importante di sostegno e condivisione della protesta” l'astensione da parte dei docenti dall'assumere incarichi che andassero oltre i compiti didattici, ritenendo di “non attivare le procedure per l'attribuzione di incarichi mediante affidamenti interni e contratti, in relazione agli insegnamenti non coperti per compiti didattici dai Professori Ordinari e Associati.”
Considerati i recenti sviluppi dell’iter del DdL Gelmini, i Ricercatori di Siena, nel ribadire che non accetteranno più incarichi didattici, considerati gli importanti impegni presi dalle autorità accademiche nei loro confronti e le importanti dichiarazioni espresse nei mesi scorsi, nelle quali si dichiarava esplicitamente che i loro corsi non sarebbero stati coperti per supplenza o per contratto, ritengono dunque che l’Anno Accademico 2010/11 sia da considerarsi gravemente compromesso per l’Ateneo Senese. Né pensano che, a questo punto, semplici dilazioni, brevi ritardi, o altre soluzioni puramente strumentali, possano servire ad evitare il dovere di dare risposta alle loro giustificate richieste, e così soddisfare anche i pieni diritti degli studenti
 Il Comitato di coordinamento dei Ricercatori dell’Università di Siena, con questo comunicato,esprime inoltre la sua totale solidarietà a tutti i colleghi, ma in particolare ai colleghi di Bologna ed alla loro protesta nei confronti della prospettiva palesata dal Rettore del loro Ateneo di bandire contratti per gli insegnamenti lasciati scoperti dai Ricercatori.
A questo proposito, i Ricercatori di Siena dichiarano inoltre che, qualora, del tutto inaspettatamente, e mancando di coerenza, le autorità accademiche decidessero di procedere alla copertura degli insegnamenti con l’emanazione di contratti retribuiti (che obbligherebbe l’Ateneo ad importanti spese straordinarie), o anche gratuiti, valuteranno con serenità la correttezza di una simile azione, chiedendo per esempio di far parte delle commissioni che devono valutare la qualità scientifica dei loro eventuali “sostituti”, ed inoltre di conoscere la sostenibilità della spesa che dovrà essere resa nota dal Consiglio d’Amministrazione. E’ evidente che una simile scelta rischierebbe comunque di impoverire la qualità della didattica, pregiudicando la missione di eccellenza dell’Università stessa, ed inoltre metterebbe in effettiva contrapposizione le aspettative legittime delle componenti universitarie; contribuendo ad umiliare anche i precari. Il Coordinamento si appella dunque al senso di responsabilità dei singoli appartenenti alle diverse categorie di lavoratori della conoscenza, affinché non si prestino a sostituire la didattica dei Ricercatori, facendo andare deserti gli eventuali bandi di insegnamento.
Per concludere, al fine di rettificare una informazione che malauguratamente è talvolta circolata riportando dati non corretti o incompleti, forse addirittura oscurati ad hoc, i Ricercatori senesi rassicurano sul fatto che l'astensione dalla didattica non ha e non avrà come conseguenza quella di creare un problema isolato solo a Siena. Infatti, grazie alle frequenti comunicazioni con gli altri colleghi, siamo a conoscenza del fatto che negli altri due Atenei toscani, a Firenze e Pisa, la situazione è del tutto analoga, con perlomeno il 70-80% di astensioni. La stessa situazione si ha nel resto degli Atenei italiani, come ha dimostrato la vivace partecipazione all’Assemblea Nazionale, promossa dalla Rete 20 Aprile tenutasi oggi.
I Ricercatori di Siena sollecitano tutte le forze politiche ad avviare un tavolo di discussione con le componenti accademiche, a livello locale, regionale, ma soprattutto nazionale.
I dati delle astensioni dei 3 Atenei toscani
FIRENZE
Agraria                   37/53
Architettura            54/76
Economia              34/49
Farmacia               5/30
Giurisprudenza      1/30
Sc. Formazione    1/18
SMFN                   72/130
Sc. Politiche        17/23

SIENA
Economia           26/30
Farmacia            23/26
Ingegneria           23/23
Lett. e Fil. Si        23/39
Lett. e Fil. Ar        20/26
Medicina              49/225
SMFN                  39/63

PISA
Agraria                  30/34
Economia             30/38
Farmacia              22/24
Ingegneria            80/90
Lett. e Fil.             28/60
Lingue e Lett.Str. 11/20
Medicina            103/123
Med. Vet.             27/33
SMFN                  121/172
Sc. Politiche         22/25

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