Cosa prevede il decreto legislativo 22/10 sulla geotermia
"Il decreto legislativo 22/10, convertito in legge – spiega Marco Nasorri, capogruppo del Pd in consiglio provinciale – ridetermina complessivamente le competenze e le concessioni in materia geotermica. Il testo, proposto da Claudio Scajola, Ministro dimissionario dello sviluppo economico, è stato votato all'unanimità dal Consiglio dei ministri, con il voto favorevole di Pdl e Lega Nord. Nei giorni scorsi, a Piancastagnaio la Lega Nord ha tentato di strumentalizzare le legittime preoccupazioni degli amministratori locali, cercando di cavalcare la vicenda, come già accaduto nel 2009 con la visita del presidente della Commissione Parlamentare Ambiente, Angelo Alessandri. Il deputato del Caroccio, in quell'occasione promise ai cittadini, monitoraggio della concessioni, una legge sul controllo delle emissioni ed autonomia gestionali agli enti locali. Dopo un anno invece per l'Amiata è arrivato il dgls 22/10".
Le preoccupazioni degli enti locali sulle novità introdotte dal dgls 22/10
"Il testo – dice Nasorri – apre alcune legittime preoccupazioni. Per quanto riguarda la ricerca, le norme del decreto stabiliscono che vengano superate tutte le autonomie locali e che i permessi possano estendersi per 300 Km quadrati (pari all’intera Amiata) e durare 4 anni. Sul fronte del giacimento, il dlgs invece stabilisce che, una volta trovato, si definisca se esso sia di interesse nazionale ovvero con un impianto di produzione superiore a 30 MW. In caso positivo il testo prevede che l’impianto divenga di pubblica utilità e quindi soggetto ad espropri con coltivazione di durata 30 anni".
Le richieste di Pd, Idv e La Sinistra
"Nella legge 22/10 – conclude Nasorri – non vi è traccia dei principi contenuti, nel protocollo siglato tra Ministero dello Sviluppo Economico, Regione Toscana, Province e Comuni con Enel Spa che mette al centro del suo agire la sicurezza dei cittadini e la sostenibilità ambientale con ricadute economiche importanti per i territori sedi di impianti. Per questo è necessario che la Provincia si attivi, insieme alla Regione Toscana, per garantire le legittime aspettative delle comunità locali circa i permessi di ricerca ed i conseguenti permessi di coltivazione mentre al governo e al Parlamento chiediamo di concedere alle autonomie locali piena podestà decisionale, nell’iter di concessione di ricerca ed esplorazione del territorio".