Il concerto di Einaudi riconcilia col mondo
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di Giulia Tacchetti
SIENA. All’inizio tocchi di note, poi un flusso inarrestabile di suoni che attraversano il corpo e fanno vibrare l’anima: questa la musica di Ludovico Einaudi ieri sera (26 luglio). Un ensemble composta da quattro violini (Alice Costamagna, Caterna Boldrini, Mauro Durante e Federico Mecozzi), due viole (Federico Mazzucco, Svetlana Fomina), due violoncelli (Riviera Lazeri, Redi Hasa), percussioni (Mauro Durante), chitarra classica e Kalimba (Francesco Arcuri), live electronics (Alberto Fabris) accompagnano l’artista al pianoforte, forse è più esatto dire si intrecciano in un comune viaggio denso di emozioni. “Quando diventi cosciente che il nostro tempo ha un limite, è il momento in cui cerchi di riempire quello spazio vuoto con tutta la tua energia…” così il compositore presenta il suo ultimo album “In a time lapse”, come una riflessione sul tempo , che suscita differenti passioni, viaggi interiori, esperimenti : tutto questo sul palcoscenico di “Siena and Stars” davanti ad una delle cattedrali più belle del mondo. Il linguaggio della musica è caratterizzato da un suono lieve, che diventa piano piano avvolgente quando il ritmo si fa più veloce. L’emozione scoppia in petto, è incontenibile nel momento in cui gli strumenti , suonando una stessa nota, ne alzano il tono, che cresce cresce fino ad un’apoteosi finale di suoni.
E’ evidente l’incontro del compositore con la musica jazz, rock e contemporanea, con inaspettate, per un musicista di formazione classica ( si è diplomato al conservatorio G. Verdi di Milano), sperimentazioni nell’elettronica, nella musica etnica e pop; proficuo l’incontro con il maestro della kora Ballakè Sissoko per l’album “Diario Mali” del 2003. Da qui la definizione della musica di Einaudi come “trasversale”tra le melodie classiche ed il pop. Infatti è stato l’unico musicista classico a partecipare all’iTunes festival (2007), accanto a gruppi rock come gli Oasis e i Placebo. Potremmo definirlo un musicista completo per le composizioni di musica da camera, per orchestra, per il teatro e danza, ma anche per le colonne sonore di films come “La fine è il mio inizio” di Jo Baier e di “Quasi amici” di Olivier Nakache e Ėric Toledano. Suggestivo pensare che il volto della donna fotografata da Mc Curry abbia accompagnato il concerto con l’incanto dei suoi occhi verdi, accesi dalle luci del palcoscenico, che alludono all’interiorità dolente e profonda del mondo orientale, rendendo ancora più affascinante l’ambiente e,quindi, la magia di una notte di mezza estate. Inevitabile l’ovazione del numeroso pubblico di tutte le età alla fine del concerto, che ha regalato un gradito fuori programma.