Si ipotizza un illecito uso di una norma di defiscalizzazione sulla vendita di una partecipazione nel 2006
![](https://www.ilcittadinoonline.it/wp-content/uploads/originali/1346419059598.jpg)
di Red
SIENA. Tra le righe della semestrale, appena depositata, si legge che al Monte dei Paschi sta arrivando una nuova grana, pesante sia dal punto di vista fiscale che dal punto di vista penale. Ma la relazione che accompagna la semestrale è ancora più misteriosa, visto che non spiega nulla. L’amministrazione di Rocca Salimbeni ha scritto: “In data 31 maggio 2012 è stato notificato a BancaMPS un processo verbale di constatazione relativo alla cessione di una partecipazione detenuta dlla capogruppo, formalizzata nell’anno 2006. Una novità che, con le perquisizioni subite appena poco tempo prima (9 maggio), non sembra avere nulla a che fare. Gerevini sul Corriere della Sera scrive che “la banca, richiesta di una spiegazione, afferma che alla data della semestrale si tratta di una passività giudicata non probabile per la quale è richiesta quindi una breve descrizione”.
Nuove tegole per il vecchio e il nuovo CdA di Rocca Salimbeni. Quale sarebbe la partecipazione ceduta nel periodo 2005-2006 che ha originato una plusvalenza caduta sotto la scure del fisco? Sembra che , infatti, la contestazione dell’Erario nasca dall’applicazione del regime pex (partecipation exemption) che ha permesso l’esenzione fiscale sulla plusvalenza. Ma del regime agevolato si poteva usufruire se la transazione fosse avvenuta nel 2006. Per questo si ipotizza che il reato sia nell’aver attribuito all’anno successivo un’operazione fatta nel 2005, quando i benefici non esistevano.
Un nuovo reato fiscale e penale, dunque, se le indagini in corso lo confermeranno. Come non bastasse il concordato fatto col fisco pochi mesi fa (era stato accantonato 1 miliardo per questo contenzioso) e il rinvio a giudizio per l’affare Brontos del nuovo presidente Profumo. L’ipotesi più probabile è che si tratti della vendita della quota in Bnl, la partecipazione del 4,4% “impastata con derivati e opzioni put and call che fu venduta a Deutsche Bank in epoca Riccucci & C.”. In seconda battuta la vendita delle azioni Parmalat ricevute in regime di concordato. Terza, la vendita della quota Fiat proveniente dal “convertendo” e ceduta ai blocchi nel gennaio 2006 a JP Morgan e Goldman Sachs. Certo, nella comunicazione della relazione sulla semestrale, mancava lo spazio per indicare una semplice parolina che svelasse l’arcano. Perché altri misteri?