Fiba contro la chiusura di sportelli MPS e Unicredit nell'isola
SIENA. La crisi infinita di banca Monte dei Paschi di Siena arriva fortissima anche in Sicilia, dove si mobilitano sindacati e dipendenti. Una nota di Fiba Cisl dichiara che sarebbero circa una quarantina gli sportelli Mps a rischio chiusura nell’isola; con circa centoventicinque lavoratori per cui si profila – novità – la mobilità entro la fine dell’anno, per effetto del nuovo piano industriale del gruppo (mobilità di cui, a onor del vero, non abbiamo letto traccia). In Sicilia sono circa 1.350 i lavoratori dell’istituto di credito senese, distribuiti in 210 le filiali presenti sul territorio regionale.
“Se l’obiettivo – afferma risoluta il segretario generale regionale della Fiba Cisl Anna Cutrera – è quello di procedere a una riorganizzazione del gruppo per far crescere le filiali in termini di qualità e servizi offerti alla clientela, in un momento di grave difficoltà del sistema bancario in generale, e migliorare qualità del lavoro siamo disposti a sederci intorno a un tavolo e discutere. E’ chiaro, però, che il segnale deve essere quello di un’ apertura nei confronti delle parti sociali”. La protesta riguarda non solo MPS ma anche Unicredit, e già ad Agrigento sono stati organizzati dai lavoratori delle due banche uno sciopero e un sit-in. Anna Cutrera Segretaria Generale Fiba Cisl Sicilia e Gabriele Urzì Segretario Provinciale Fiba Cisl Agrigento affermano che: “Intesa San Paolo ha recentemente paventato la chiusura di ben 1000 sportelli su tutto il territorio nazionale. Il Monte dei Paschi di Siena ha presentato un piano industriale che, fra l’altro prevede la chiusura di 400 filiali su 500 che non raggiungono il “Break Event”, il cosiddetto punto di pareggio”. “E’ tristemente noto che quando si tratta di chiudere, dismettere e ridurre, si comincia, complice il mai risolto dualismo economico del nostro paese e la crisi occupazionale e del reddito, dal Sud e dalla Sicilia e magari dalle provincie come quella agrigentina dove la recessione si fa sentire di piu’.”.
“Non consentiremo – concludono i sindacalisti – che si faccia pagare il prezzo delle inefficienze del sistema, di un management troppo remunerato e delle responsabilità politiche di un Governo che nemmeno conosce il numero esatto degli esodati dal sistema produttivo, solo e soltanto ai lavoratori, appesantendo un sistema del credito che con sempre più difficoltà riesce a sostenere la disastrata economia dell’Isola.”