Lunedì interlocutorio in attesa della semestrale
di Red
SIENA. “Draghi pensa solo in maniera politica”, incalza l’economista tedesco Manfred Neumann sulle pagine della Sueddeutsche Zeitung. Davvero, se ne sono accorti anche in Germania che l’eurocrate della Bce sembra più attento alle relazioni con il mondo di chi lo ha mandato a Bruxelles che alle necessità dei cittadini europei. E’ cominciato tutto anni fa. Quando nella sua posizione di governatore della Banca d’Italia poteva stoppare le manie di grandezza di Mussari e della direzione dei DS in procinto di diventare PD. Aveva dalla sua i conti della banca MPS e schiere di ispettori che certificavano l’assoluta incapacità finanziaria di Rocca Salimbeni di realizzare l’operazione anche indebitandosi: i rapporti erano sulla scrivania in Via Nazionale e, col senno di poi, si potevano leggere meglio. Poteva fermare Vigni, che – alla ricerca di guadagni facili e “sicuri” per coprire i buchi di bilancio generati dall’infausta operazione – acquistava titoli di Stato a man bassa, alla faccia di tutti i parametri da rispettare per la buona gestione della banca. Oppure premere sul presidente della Fondazione, che ha messo la propria firma su tutta una serie di atti che hanno portato Palazzo Sansedoni alla consunzione. Draghi poteva costringere Mancini a vendere azioni di MPS in tempi più remunerativi e non l’ha fatto; poteva costringerlo a finanziare la propria parte dell’acquisto Antonveneta senza dismettere le partecipazioni (il risultato della diversificazione) e se non ci fosse riuscito, pazienza; ancora, prima di volare allo scranno superiore della Bce, doveva impedire (stava lì apposta!) che per l’ultimo aumento di capitale del luglio 2011 Mancini e Pieri violassero lo statuto che impediva di fare debiti oltre il 20% del valore della Fondazione e vendessero a minusvalenza le ultime partecipazioni rimaste in portafoglio. Ci sono riforme e interventi da fare, ma non tocca realizzarle a persone con mentalità superata e interessi non coincidenti con il bene collettivo.
Lunedì 27, giorno del penultimo stipendio dei dipendenti MPS prima dei tagli dovuti alla disdetta del contratto integrativo, sarà interlocutorio. In banca come nei mercati finanziari. Il focus sarà sulla presentazione della semestrale di martedì, che dovrebbe far vedere la mano del Tandem cominciare a sortire effetti sulla gestione della Rocca. La Reuters ha raccolto fonti vicine alla Consob che avrebbe accertato non essere stati costituiti, nel rally sul titolo Monte al rialzo di questi giorni, pacchetti superiori al 2% (che fa scattare l’obbligo di segnalazione alla Consob stessa). Normale attività di trading, anche se è passato di mano quasi il 16% del capitale. Stasera Profumo dirà la sua pubblicamente in un dibattito organizzato nell’ambito della festa PD di Siena. Forse ci sarà spazio per le domande del pubblico a ora decente: martedì il presidente di MPS è atteso da una giornata campale, i cui esiti potrebbero fare la differenza su tante cose e su tante persone.