Il commento dell'onorevole Fava e del segretario comunale del Carroccio, Giusti

SIENA. Gianni Fava, deputato mantovano della Lega e commissario nazionale del Carroccio in Toscana, ha commentato, sul proprio profilo Facebook la notizia dell’ingresso nel capitale della Banca MPS dello Stato:
“Quando il mese scorso, con il Segretario federale Roberto Maroni, abbiamo ipotizzato questa strada, un sacco di benpensanti giornalisti pseudo economisti italici ci avevano accusato di essere retrogradi, nemici del mercato. Il nostro problema è vedere le cose prima degli altri. E’ una colpa?”
All’On. Fava si aggiunge anche la voce della Segreteria comunale di Siena del Carroccio, guidata da Francesco Giusti.
“Sono d’accordo con l’On. Fava. Quella della nazionalizzazione è senza ombra di dubbio la strada più logica per la Banca, stante la situazione attuale e l’entità degli aiuti di Stato ricevuti. Nello scorso autunno noi della Lega Nord di Siena ipotizzammo il cosiddetto spezzatino, quale conseguenza del mancato rimborso dei Tremonti Bond: 33% circa alla Fondazione, 33% circa allo Stato, 33% circa ai soci privati. Per quanto incompresa e perfino derisa, adesso questa ipotesi ha avuto seguito: dopo aver chiuso un Bilancio 2011 con oltre 4 miliardi di svalutazione degli attivi ed una semestrale 2012 che, a detta degli analisti, chiuderà con 1 miliardo di passivo, si è reso necessario (all’interno del cosiddetto “Decreto SalvaItalia”…) l’ingresso dello Stato con ulteriori 1,5 miliardi portando così il credito dell’Erario ad un importo tale che, per garantire i soli interessi da pagare, l’Assemblea degli azionisti (e dipendenti-azionisti) sarà chiamata a deliberare la “stampa” di un altro miliardo (di controvalore) di nuove azioni. Questo quando ancora non s’era asciugato l’inchiostro con il quale avevano stampato le ultime che, per la terza volta in pochi anni, la dirigenza si vede costretta ad un nuovo aumento di capitale; vi sarà una pesante diluizione della Fondazione (che dall’attuale 36,3% scenderà al 25-20%) che si troverà, quindi, a perdere il controllo sulla Banca. Un controllo che non vuol dire solo potere e poltrone per gli Enti locali a guida ex DS, ma significa anzitutto perseguire lo scopo societario della permanenza a Siena della DG e della sede della Banca, in poche parole la difesa della senesità della Banca. Un obiettivo, questo, che gli ex comunisti hanno sempre indicato come principale nella loro azione politica, ma che ormai sembrano aver dimenticato. Una pesantissima sconfitta politica per il Partito e per il Sistema Siena, che anziché ammettere i propri gravissimi errori del passato stanno trascinando Siena e le sue Istituzioni nel baratro”.