SIENA. Nel cuore della musica si è spenta una stella. Maurizio Pollini, il virtuoso pianista che ha incantato generazioni con la sua straordinaria maestria, ci ha lasciati questa mattina all’età di 82 anni. L’Accademia Musicale Chigiana, profondamente addolorata, si unisce nel cordoglio e nella commozione a tutto il mondo della musica e della cultura.
Riferimento mondiale del pianoforte fin dagli esordi nella carriera concertistica, Maurizio Pollini ha impresso con forza la sua traccia nella musica del secondo Novecento. Non è stato solo un virtuoso del pianoforte, ma un intellettuale impegnato, un cittadino del mondo che ha sempre fatto sentire la propria voce su questioni civili e politiche. Il suo amore per la musica non conosceva confini di epoche o generi: da Bach a Beethoven, da Chopin a Schönberg, ha esplorato ogni angolo del repertorio classico e contemporaneo, illuminando ogni nota con la sua genialità.
Pollini si era appena diplomato al Conservatorio di Milano quando, a partire dagli anni Sessanta, il Conte Guido Chigi Saracini lo invitò a più riprese a esibirsi a Siena in concerti rimasti indelebili nella memoria, fino a portarlo a divenire presto Maestro in quell’Accademia che riuniva i più grandi musicisti della sua generazione. Nelle aule e nei concerti di Palazzo Chigi Saracini in quegli anni si potevano incontrare Luigi Dallapiccola, Andrés Segovia, Goffredo Petrassi, Franco Ferrara, Sergiu Celibidache, Severino Gazzelloni, Martha Argerich, Alvaro Company, Franco Gulli, Riccardo Brengola, Nathan Milstein, Valentino Bucchi, Lothar Faber, Salvatore Accardo, Bruno Giuranna, Franco Petracchi e tantissimi altri che hanno contribuito ad affermare la Chigiana e la città di Siena come il centro di massima attrazione per tutti i giovani talenti musicali del mondo.
Nicola Sani, direttore artistico dell’Accademia Musicale Chigiana, lo ricorda con queste parole: “Con Maurizio Pollini scompare uno dei più grandi artisti del nostro tempo. Musicista straordinario, pianista di immensa capacità analitica e sublime livello interpretativo, uomo di cultura vastissima. Molte sue interpretazioni e incisioni discografiche resteranno esemplari e ineguagliabili, come per l’opera pianistica di Schönberg e le ultime Sonate per pianoforte di Beethoven. Ha insegnato all’Accademia Chigiana per la prima volta nel 1972, tornandovi molte volte, sia come docente sia come interprete nelle Stagioni “Micat in Vertice”, dove aveva esordito il 26 gennaio 1961.
Maurizio Pollini ha dedicato gran parte della sua esperienza artistica a rintracciare le origini lontanissime dei suoni di oggi. Prima di chiunque altro – già dai primi anni Settanta con Musica/Realtà, assieme a Luigi Pestalozza, Claudio Abbado, Armando Gentilucci, Giacomo Manzoni e Luigi Nono – ha presentato al pubblico musiche di compositori di epoche diverse, rendendo esplicita l’importanza del polifonismo cinquecentesco e dei suoi sviluppi da Palestrina a Monteverdi per la traiettoria del Novecento italiano. Attivo promotore della musica del nostro tempo, Pollini ha messo in risalto le differenze fra la nostra tradizione musicale e lo strutturalismo europeo, legato invece alla parabola del romanticismo e della sua dissoluzione nella dodecafonia, il serialismo e la sperimentazione elettroacustica. Un grande “bagaglio a mano” di esperienze, suoni, pensieri, che Pollini ha sempre portato con sé e raccontato attraverso il “suo” pianoforte, strumento con cui ha attraversato il mondo mettendo insieme intersezioni e incontri ravvicinati sui quali riflettere. Nei programmi dei suoi concerti Pollini non ha mai creato esclusioni, ma ha sempre saputo coinvolgere il pubblico. I Beethoven, Berio, Ligeti, Brahms, Kurtag, Sciarrino, Schumann, Xenakis, Chopin, Marenzio, Manzoni, le musiche di tutti i compositori da lui interpretati si rimandavano l’una all’altra, aprendo continuamente nuove strade: nuovi “pensari” come li definiva Luigi Nono, a cui rimase sempre profondamente legato da un grande sentimento di amicizia, come con Claudio Abbado. Centrale per lui era l’idea di superare le divisioni fra la ricerca artistica e i modi di organizzare e diffonderne le opere. Una personalità unica, una perdita immensa per la musica e la cultura”.
Il suo lascito artistico è smisurato, come l’impatto sulla vita di coloro che hanno avuto il privilegio di ascoltarlo e di averlo come maestro. Con oltre 60 anni di attività musicale fenomenale, Maurizio Pollini resterà per sempre una leggenda nella storia dei grandi pianisti, una luce che continuerà a brillare nel firmamento della musica classica e dell’Accademia Musicale Chigiana.