Appuntamento con il ricercatore e divulgatore scientifico sabato 3 febbraio, ore 17.30, Teatrino di Palazzo Chigi a San Quirico d'Orcia
SAN QUIRICO D’ORCIA. Nuovo appuntamento con I Colori del Libro winter. Sabato 3 febbraio alle 17.30 il teatrino di Palazzo Chigi a San Quirico d’Orcia ospita Mario Tozzi, primo ricercatore CNR e divulgatore scientifico, per un incontro sul degrado territoriale e la catastrofe climatica in atto, ribadendo l’importanza di intervenire sulle cause, prima ancora di mitigare gli effetti. Tutti argomenti affrontati nel suo ultimo libro “Oltre il fango. Una nuova visione per uscire dal rischio idrogeologico” (Rai Libri).
L’Italia è un Paese geologicamente giovane e molto attivo, caratterizzato per larghissima parte del suo territorio da un forte dissesto idrogeologico. Se questa è la situazione, qual è il ruolo dell’uomo? O, più precisamente, esistono, da parte dell’uomo, comportamenti virtuosi che possono tamponare le manifestazioni della natura e, al contrario, comportamenti sbagliati che peggiorano condizioni già di per sé fragili? Mario Tozzi proverà a rispondere dialogando con il giornalista Daniele Magrini. L’Iniziativa è del Comune di San Quirico d’Orcia, realizzata con il contributo del Consiglio Regionale ai sensi della L.R. 4/2023 in collaborazione con toscanalibri.it e Vald’O.
Il libro – Di fronte a quella che spesso sembra una rivolta degli elementi naturali, stiamo affrontando la sfida della crisi climatica e del degrado territoriale con le armi spuntate di sempre: grandi opere e interventi pesanti su fiumi e montagne. Ma è la
risposta giusta? A giudicare dai risultati sembrerebbe di no, non soltanto perché le grandi opere hanno bisogno di grandi quantità di denaro che spesso manca, ma soprattutto perché, dove pure sono state messe in atto, non hanno funzionato e non funzionano come ci si aspetterebbe. Naturalmente qui non parliamo delle piccole opere o della manutenzione ordinaria e straordinaria, quelle opere occorrono, ma sapienti, puntuali e nel contesto di interventi dolci (ingegneria naturalistica, qualcuno la chiama). Qui parliamo di grandi dighe, muraglioni di contenimento, briglie, sbancamenti e uso fuori misura del cemento: di quello non abbiamo bisogno perché non funziona e, anzi, peggiora la situazione.