In un momento di crisi dei "finanziatori tradizionali" occorre puntare su progetti concreti

SIENA. Siena non ha una secolare vocazione musicale, lo dobbiamo ammettere, sono comunque presenti realtà riconosciute a livello internazionale quali l’Accademia Musicale Chigiana e Siena Jazz. Entrambe devono il loro sostentamento al contributo di soggetti privati tra cui il principale era la Fondazione Monte dei Paschi. La sussistenza dell’Istituto di alta formazione musicale Rinaldo Franci, invece, dipende sia da una convenzione trentennale siglata con l’amministrazione comunale, sia dal contributo della Fondazione Monte Paschi. Dunque per ognuna di queste istituzioni non si prospettano tempi semplici, considerando le condizioni in cui versano le casse del nostro comune e il piano di contribuzione previsto per il futuro dalla Fondazione.
Di fronte a un sistema distributivo di denaro scriteriato e del tutto improduttivo che, conseguentemente, ha generato le gravi difficoltà economiche in cui i suddetti enti versano, è necessario un immediato progetto per il sistema musica, che possa ottimizzare l’esistente e riesca a far confluire la specifica mission di ogni soggetto coinvolto in una filiera formativa, produttiva e capace di rinnovarsi velocemente. Negli ultimi dieci anni si è preferito impiegare ingenti somme di denaro in proposte del tutto inadeguate e sproporzionate al reale fabbisogno locale, proposte che non hanno avuto alcuna ricaduta sul territorio se non un lieve aumento di consenso elettorale. Iniziative come il Capodanno a Siena o La Città Aromatica hanno avuto un costo medio di 600.000 euro all’anno, con il solo risultato di produrre molta spazzatura da portare via il giorno successivo all’evento, qualche birra e qualche pizza in più vendute da pochi esercenti, e un danno per gli edifici che delimitano la Piazza del Campo, certamente non concepita per i grandi eventi musicali data la repellente risposta sonora: gli architetti medievali non potevano prevedere i futuri acuti pausiniani… Non occorre poi essere esperti di fisica acustica per capire come una pressione sonora elevata metta in vibrazione tutte le superfici solide che incontra, comprese quelle su cui sono stati dipinti alcuni tra gli affreschi più importanti del mondo. A titolo esemplificativo si può affermare che con le cifre ‘investite’ finora soltanto nelle iniziative appena descritte, era possibile finanziare un’orchestra di sessanta elementi con una paga di 800 euro ciascuno per un costo totale annuo di 576.000 euro. Un’orchestra formata dai migliori giovani appena diplomati in Italia, selezionati con reali metodi di valutazione e retribuiti, con un importo da intendersi più come una piccola borsa di studio che come un vero e proprio stipendio, ma comunque eccezionale perché di norma ai giovanissimi orchestrali non vengono pagate che le spese vive. Così è stato fatto al Teatro Petruzzelli di Bari, che possiede adesso la più giovane orchestra d’Europa, guidata da importanti direttori d’orchestra provenienti da tutto il mondo e già protagonista di significative registrazioni per case discografiche di calibro internazionale. Inutile elencare i benefici, non soltanto per l’immagine ma anche per l’economia locale, che questo progetto ha portato e continuerà a portare.
I recenti mutamenti economici locali fanno quindi emergere l’esigenza di una maggiore flessibilità volta a un’indipendenza amministrativa che diventa sempre più urgente. La crescente pluralità di culture e conoscenze richiede un investimento di natura non tanto economica quanto, piuttosto, formativa da parte di chi opera all’interno delle istituzioni. Manca un piano che sia in grado di mettere in azione nuovi processi fruitivi e produttivi finalizzati alla formazione musicale di una (seppur piccola) collettività. Noi di Siena si muove pensiamo che una comunità pronta a costruire e a partecipare ai processi di creazione musicale sia soprattutto una comunità capace di ascoltare, anche ciò che proviene dal mondo oltre le mura.
Francesco Oliveto – Siena si muove