È grazie al contributo della Fondazione del Monte dei Paschi di Siena, se il maestoso Altar maggiore della chiesa di Fontegiusta può oggi presentarsi con una parziale ma consistente zona ripulita e restaurata con sapiente abilità da Daniele Rossi, diretto dalla Soprintendeza per i Beni Artistici e Storici di Siena. Un intervento che non cancella le inevitabili perdite che il tempo e l’uso quotidiano dei Confratelli hanno prodotto sul manufatto, che deve essersi coperto presto di fumo di candele se Ventura Salimbeni, nella continuazione ad affresco del fregio a grifi affrontati, lo riproduce già offuscato dagli effetti della cera bruciata. Quello che è tornato alla luce é un esempio altissimo, se non il più alto, della straordinaria capacità di Lorenzo Marrina di intagliare le grottesche con ornati preziosi ed insieme piene di succosi e inaspettati particolari, unendo alla grande abilità tecnica una spettacolare genialità compositiva. Sulle paraste Lorenzo cavava dal marmo bianco, con artifici da orafo, un mondo brulicante di draghi, elementi araldici e figure umane dando alla pietra le luminescenze dell’ opale. Del resto un documento da poco riscoperto attesta inizi insospettati per il Marrina: nel 1499 il ventiduenne scultore intaglia le cornici lignee del soffitto nell’Oratorio della Confraternita di San Bernardino che aveva sede nello Spedale di Santa Maria della Scala.
Accanto a lui, nell’impresa dell’Altare, Lorenzo fa intervenire nella lunetta con Cristo in pietà il fratello Angelo di Mariano, di cui Alessandro Angelini ha ricostruito, qualche anno fa, il percorso stilistico. Affascinato dai lavori romani di Andrea Sansovino, Angelo rappresenta, all’interno della macchina scolpita di Fontegiusta, la cultura più aggiornata in fatto di scultura: il Cristo e i tre Angeli esprimono una monumentalità da “maniera moderna”, un classicismo che ha le sue fonti anche nella pittura del Peruzzi. Del resto la chiesa di Fontegiusta in quei due cruciali decenni di avvio del XVI secolo, registra, al pari di altri edifici del senese, altri interventi in cui è facile riconoscere la regia di Baldassare, basti citare l’affresco della Sibilla Triburtina e l’imperatore Augusto, tradizionalmente attribuito proprio al Peruzzi e da riferirsi invece ad un suo portato, il giovane Daniele da Volterra.
Al termine della serata i Polifonici Senesi eseguiranno alcuni brani di musica del Cinquecento