"I senesi riflettano sulle responsabilità politiche"

SIENA. Ribadiamo ancora una volta che gli aiuti di Stato (o nuovi ?Monti Bond?) non riusciranno a risolvere i problemi del Monte ed, alla fine, verrà sancito quello che avevamo previsto da tempo: vale a dire la fine della Senesità della Banca, attraverso il nuovo aumento di capitale, che rischia di dare la quasi certezza di diluire fortissimamente la quota della Fondazione Monte dei Paschi, che ha da tempo abdicato al proprio ruolo di azionista di maggioranza nella Banca, continuando, anche adesso, a mostrarsi passiva e succube nei confronti degli azionisti privati e del management della Banca.
Ricordiamo, a tal proposito, che l?Ente di Palazzo Sansedoni è ancora fortemente indebitato con il pool di 12 banche creditrici e che i suoi Organi Amministrativi, senza alcun pudore, invece di dimettersi, hanno preferito mantenere poltrone e lauti compensi.
I Senesi dovranno rendersi conto che la Banca era ?loro? e che ora non lo è già più, avendola affidata, con il loro voto, al Centro Sinistra ed in particolar modo alla componente ex-comunista del PD, che si è dimostrata politicamente incompetente ed inadeguata, trascinando nel baratro la Città e la Fondazione ed assieme ad esse anche l?Università.
Sarebbe il caso che i Senesi riflettessero sulle scelte politiche che hanno fatto in questi ultimi anni e ne traessero le conseguenze per il futuro (se ci sarà, a Siena) della Banca.
Nell?ultimo nostro intervento, avevamo espresso considerazioni negative sulla nuova emissione dei ?Monti Bond? da parte dello Stato italiano, che vengono pagati con interessi che, piano piano, vanno ad erodere il capitale del Monte (circa 250-300 milioni di Euro l?anno di interessi), peggiorandone la situazione patrimoniale. Il Monte dei Paschi è l?unico tra i grandi istituti bancari
italiani ad aver ricorso, per ben due volte, al mercato (aumento di capitale) e, per altre due volte, agli aiuti di Stato. In un periodo di crisi economica, questa che è stata definita ?ciambella di Stato?, che di fatto ha stravolto la natura della Banca e della Città, dovrebbe far riflettere tutti i Senesi. Questo ricorda un po? quello che successe negli anni ?30, a seguito della “Grande crisi”, con la nazionalizzazione delle Banche.
Il Piano Industriale della Banca rischia di pesare in modo fortissimo, oltre che sulla Città, sui Senesi e sulla Fondazione, anche sui dipendenti, che saranno ridotti di 4.600 unità da qui al 2015. Se poi il percorso sarà ?socialmente sostenibile? questo è tutto da vedere.
Intanto, ciò che è certo è una riduzione della retribuzione del 5% per 12 mesi. Dopo il mancato pagamento del premio di produzione, che avrà conseguenze pesantissime sull?economia della stessa Città (pagamento dei mutui, delle tasse universitarie, acquisti vari, ecc?), adesso un?altra beffa che va a colpire i dipendenti.
Ci lascia fortemente perplessi l?esternalizzazione del Back office, anche se ?preservando i livelli occupazionali del personale coinvolto?. I lavoratori del Consorzio cesseranno di essere addirittura bancari? Ci ricordiamo o no che per decine di anni il Monte dei Paschi ha inglobato tutte le ditte e le relative maestranze del territorio che lavoravano per la Banca? Per non parlare, poi, delle cessioni della Consum.it e della Leasing o l?incorporazione della BAV, che o sono delle vere e proprie chimere (le prime due) o un vero e proprio stravolgimento di quanto fatto (male) negli ultimi anni, per non parlare, poi, della chiusura di 400 filiali (che è una cifra enorme!). Se l?Antonveneta oggi deve essere incorporata, a cosa servirebbe il tentativo di rivenderla, dopo aver inglobato dentro il MPS anche quel pacchetto di agenzie romane e meridionali dell?ex BNA (principali fautrici dell?acquisto ell?Antonveneta da parte del MPS per mettersi le spalle al sicuro)? L?unica cosa buona, di tutto questo, è che ci saranno (forse) meno poltrone per le lobby senesi, per gli “amici degli amici”.
Ribadiamo per l?ennesima volta che quella che viviamo oggi è la conseguenza, nefasta, della vergognosa gestione partitica e clientelare dei DS nella nostra Città: prima ne hanno occupato le Istituzioni, poi le hanno distrutte, operando scelte scellerate (dalla Banca del Salento all?Antonveneta), poi, per salvarsi in corner, hanno parlato di discontinuità, ma adesso non possono assolutamente tirarsi indietro dalla certificazione delle loro palesi responsabilità politiche e morali. Questo è il costo che Siena ha pagato ad aver consegnato, in tutti questi anni, una ?delega in bianco? al Groviglio Armonioso e al PCI-PDS-DS. Una vera e propria ?botta tra capo e collo?, questa, che avevamo previsto da anni, denunciando pubblicamente, anche nelle Assemblee degli Azionisti, la situazione nella quale il Monte, la Fondazione e di conseguenza la Città venivano trascinate dal ?Sistema Siena?, nel disinteresse dei nostri concittadini, che hanno confermato ciecamente la fiducia alle solite lobby alla guida della Città con le ultime Elezioni. Ci auguriamo che nel 2013 qualcuno abbia l?intelligenza ed il coraggio di salvare il salvabile, alla faccia della discontinuità del PD ed alle bugie della Casta di Siena.
Lega Nord Toscana – Siena
Ricordiamo, a tal proposito, che l?Ente di Palazzo Sansedoni è ancora fortemente indebitato con il pool di 12 banche creditrici e che i suoi Organi Amministrativi, senza alcun pudore, invece di dimettersi, hanno preferito mantenere poltrone e lauti compensi.
I Senesi dovranno rendersi conto che la Banca era ?loro? e che ora non lo è già più, avendola affidata, con il loro voto, al Centro Sinistra ed in particolar modo alla componente ex-comunista del PD, che si è dimostrata politicamente incompetente ed inadeguata, trascinando nel baratro la Città e la Fondazione ed assieme ad esse anche l?Università.
Sarebbe il caso che i Senesi riflettessero sulle scelte politiche che hanno fatto in questi ultimi anni e ne traessero le conseguenze per il futuro (se ci sarà, a Siena) della Banca.
Nell?ultimo nostro intervento, avevamo espresso considerazioni negative sulla nuova emissione dei ?Monti Bond? da parte dello Stato italiano, che vengono pagati con interessi che, piano piano, vanno ad erodere il capitale del Monte (circa 250-300 milioni di Euro l?anno di interessi), peggiorandone la situazione patrimoniale. Il Monte dei Paschi è l?unico tra i grandi istituti bancari
italiani ad aver ricorso, per ben due volte, al mercato (aumento di capitale) e, per altre due volte, agli aiuti di Stato. In un periodo di crisi economica, questa che è stata definita ?ciambella di Stato?, che di fatto ha stravolto la natura della Banca e della Città, dovrebbe far riflettere tutti i Senesi. Questo ricorda un po? quello che successe negli anni ?30, a seguito della “Grande crisi”, con la nazionalizzazione delle Banche.
Il Piano Industriale della Banca rischia di pesare in modo fortissimo, oltre che sulla Città, sui Senesi e sulla Fondazione, anche sui dipendenti, che saranno ridotti di 4.600 unità da qui al 2015. Se poi il percorso sarà ?socialmente sostenibile? questo è tutto da vedere.
Intanto, ciò che è certo è una riduzione della retribuzione del 5% per 12 mesi. Dopo il mancato pagamento del premio di produzione, che avrà conseguenze pesantissime sull?economia della stessa Città (pagamento dei mutui, delle tasse universitarie, acquisti vari, ecc?), adesso un?altra beffa che va a colpire i dipendenti.
Ci lascia fortemente perplessi l?esternalizzazione del Back office, anche se ?preservando i livelli occupazionali del personale coinvolto?. I lavoratori del Consorzio cesseranno di essere addirittura bancari? Ci ricordiamo o no che per decine di anni il Monte dei Paschi ha inglobato tutte le ditte e le relative maestranze del territorio che lavoravano per la Banca? Per non parlare, poi, delle cessioni della Consum.it e della Leasing o l?incorporazione della BAV, che o sono delle vere e proprie chimere (le prime due) o un vero e proprio stravolgimento di quanto fatto (male) negli ultimi anni, per non parlare, poi, della chiusura di 400 filiali (che è una cifra enorme!). Se l?Antonveneta oggi deve essere incorporata, a cosa servirebbe il tentativo di rivenderla, dopo aver inglobato dentro il MPS anche quel pacchetto di agenzie romane e meridionali dell?ex BNA (principali fautrici dell?acquisto ell?Antonveneta da parte del MPS per mettersi le spalle al sicuro)? L?unica cosa buona, di tutto questo, è che ci saranno (forse) meno poltrone per le lobby senesi, per gli “amici degli amici”.
Ribadiamo per l?ennesima volta che quella che viviamo oggi è la conseguenza, nefasta, della vergognosa gestione partitica e clientelare dei DS nella nostra Città: prima ne hanno occupato le Istituzioni, poi le hanno distrutte, operando scelte scellerate (dalla Banca del Salento all?Antonveneta), poi, per salvarsi in corner, hanno parlato di discontinuità, ma adesso non possono assolutamente tirarsi indietro dalla certificazione delle loro palesi responsabilità politiche e morali. Questo è il costo che Siena ha pagato ad aver consegnato, in tutti questi anni, una ?delega in bianco? al Groviglio Armonioso e al PCI-PDS-DS. Una vera e propria ?botta tra capo e collo?, questa, che avevamo previsto da anni, denunciando pubblicamente, anche nelle Assemblee degli Azionisti, la situazione nella quale il Monte, la Fondazione e di conseguenza la Città venivano trascinate dal ?Sistema Siena?, nel disinteresse dei nostri concittadini, che hanno confermato ciecamente la fiducia alle solite lobby alla guida della Città con le ultime Elezioni. Ci auguriamo che nel 2013 qualcuno abbia l?intelligenza ed il coraggio di salvare il salvabile, alla faccia della discontinuità del PD ed alle bugie della Casta di Siena.
Lega Nord Toscana – Siena