CATANIA. Il figlio voleva salvarlo. E voleva salvare anche le sue sorelline di 7 e 12 anni, che desiderava non venissero private anche del padre. Cosi' si e' autoaccusato della terribile morte della madre. Ma poi ha ritrattato. E' il dramma nel dramma di questo episodio di atroce violenza domestica. Vittima Maria Pia Scuto, 41 anni, uccisa poco dopo le 9 con un cutter con cui e' stata quasi decapitata e martoriata con diversi fendenti sferrati al corpo, nella sua elegante abitazione nel centro di Catania. Colpi inferti dal 35enne Giuseppe Castro, marito della vittima, erede di un noto costruttore etneo. Intorno alle 15 il ragazzo, ribaltando la confessione del padre che questa mattina dopo il delitto aveva immediatamente avvisato la polizia e aveva ammesso le sue responsabilita', si era accollato tra le lacrime il delitto: non voleva che andasse in carcere, ha detto, e pensava alle sue sorelline che non riusciva a immaginare, dopo essere state strappate con violenza alla madre, lontane anche da quell'ormai unico genitore. Ha dato una ricostruzione lacunosa e tormentata dei fatti, fino a quando, davanti ai poliziotti ha ritrattato, spiegando che era stato proprio il papa' a uccidere la mamma, praticamente sotto i suoi occhi. Versione confermata anche dalla suocera dell'uomo, sentita come testimone. E nelle prossime ore il ragazzo sara' nuovamente ascoltato, ma questa volta alla presenza di uno psicologo.
Il 35enne Giuseppe Castro, intanto, e' in carcere e per lui e' scattato l'arresto perche' colto in fragranza, in quanto la polizia e' giunta sul posto pochi minuti dopo il delitto. L'uomo ha usato in modo feroce il micidiale taglierino, scatenando la sua furia contro il corpo della donna, fino a quasi decapitarla con un colpo secco alla gola. L'ennesima lite era scoppiata perche' il marito, geloso, contestava alla coniuge che stava sempre al computer e che chattava con gli uomini.