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SIENA. Aguzzate la vista: questi due articoli si differenziano per alcuni piccoli particolari. Quali? La soluzione in fondo alla pagina.
Mps, sospetta evasione fiscale legata alla vendita dell’ex esattoria di Roma
15.36 05/07/2013, di Gabriele Paglino
“Il Fatto Quotidiano”
Dopo lo scandalo derivati, tra cui l’operazione Alexandria, svelato lo scorso gennaio dal Fatto, una nuova grana giudiziaria – di certo non della stessa entità – sta per abbattersi sul Monte dei Paschi. A finire sotto la lente della Procura di Siena e della Guardia di Finanza, stavolta, è la compravendita dell’ex esattoria Mps a Roma. Un edificio con una superficie di 36mila metri quadri, di fronte al Colosseo (tra via dei Normanni, via San Giovanni in Laterano e via Labicana), che nel settembre del 2011 l’Mps immobiliare, la società presieduta da Alfredo Monaci (futuro candidato e non eletto alla Camera con Scelta civica) che si occupa della dismissione degli immobili del gruppo bancario, cede per 130mila euro. O, meglio, questa è la cifra che viene resa nota.
L’acquirente è un fondo immobiliare chiuso. A gestirlo è la Mittel Real Estate sgr, presieduta dall’ ex consigliere economico di Prodi, Angelo Rovati (scomparso recentemente) e controllata dalla Mittel, la holding finanziaria guidata dal presidente di Intesa San Paolo, Giovanni Bazoli.
L’’operazione insospettisce subito ilcittadinoonline.it, quotidiano online locale, che fa notare come i prezzi del mercato immobiliare nella zona del Colosseo siano molto più alti: si aggirano attorno ai 10mila euro al metro quadro. Il fondo gestito dalla Mittel R.E paga invece l’edificio 3600 euro al metro quadro (più o meno la cifra pagata dall’ex ministro Scajola per il famoso appartamento). Cioè un terzo del reale valore di mercato.
Per quale motivo dunque Mps svende il complesso immobiliare che nei mesi precedenti (gennaio 2011) aveva dato in affitto al ministero dell’Economia e che ora frutterà al nuovo proprietario la bellezza di 7,2 milioni di euro all’anno (a tanto ammonta il canone che il Mef pagherà fino al 2029)? D’altronde non sembrerebbero essere mancate offerte superiori a quella del fondo gestito dalla Mittel R.E. Secondo il quotidiano online di Siena, si tratta di una “cortesia” ad uno dei principali azionisti della Mittel, la Carlo Tassera spa, che si trova “in una grave situazione debitoria con Mps”. Il contenuto dell’articolo, per il gruppo di Rocca Salimbeni, è diffamatorio. E scatta la querela.
L’acquisizione dell’atto di vendita del palazzo di via dei Normanni 5 da parte della Procura diventa a questo punto un atto dovuto. Ed effettivamente, andando ad analizzare attentamente le carte, gli inquirenti trovano qualcosa che non va, ma non in relazione alla presunta diffamazione: la vendita del complesso immobiliare sarebbe stata chiusa a 142 milioni di euro, e non 130 milioni (la cifra di cui si parlava inizialmente). C’è di più: il sospetto è che l’immobiliare del gruppo Mps abbia evaso il fisco. L’’Iva versata sarebbe infatti nettamente più bassa rispetto a quella prescritta dalla legge. L’’ammanco nelle casse delle Stato ammonterebbe a circa venti milioni di euro. Al momento nessuno risulta indagato. Ma le verifiche fiscali sulla strana vendita stanno continuando. E nei giorni scorsi la Guardia di Finanza, su ordine della Procura di Siena, ha perquisito gli uffici dell’istituto immobiliare del gruppo Mps.
Vendita di via dei Normanni. L’ombra dell’evasione fiscale
dI Tommaso Strambi
La NAZIONE
L’OMBRA dell’evasione fiscale cala sulla cessione dell’ex centro esattoriale Mps a Roma. Tutto è nato da una querela presentata nei confronti di un quotidiano online. Ma, anziché trovare elementi di diffamazione, gli inquirenti avrebbero riscontrato «non poche anomalie» relative a quella cessione. Un complesso immobiliare (un edificio di circa sei mila metri quadrati con una superficie complessiva di circa 36mila), in via dei Normanni, di fronte al Colosseo, venduto il 30 settembre 2011.
Così nei giorni scorsi i militari della guardia di finanza, su disposizione della procura di Siena, hanno eseguito una serie di perquisizioni negli uffici della Mps immobiliare. Passando al setaccio gli atti della compravendita (il complesso è stato acquistato dal fondo immobiliare chiuso gestito dalla Mittel Sgr), infatti, gli investigatori sospettano che la società facente capo alla passata gestione di Mps, abbia versato un’Iva inferiore rispetto a quella prevista dalla legge, sottraendo al fisco una cifra superiore ai 20 milioni di euro. Per questo motivo le fiamme gialle stanno compiendo degli accertamenti con l’Agenzia delle Entrate e, qualora emergessero riscontri alla pista investigativa, non è escluso che possa essere contestato agli ex vertici della società il reato di evasione fiscale.
Così nei giorni scorsi i militari della guardia di finanza, su disposizione della procura di Siena, hanno eseguito una serie di perquisizioni negli uffici della Mps immobiliare. Passando al setaccio gli atti della compravendita (il complesso è stato acquistato dal fondo immobiliare chiuso gestito dalla Mittel Sgr), infatti, gli investigatori sospettano che la società facente capo alla passata gestione di Mps, abbia versato un’Iva inferiore rispetto a quella prevista dalla legge, sottraendo al fisco una cifra superiore ai 20 milioni di euro. Per questo motivo le fiamme gialle stanno compiendo degli accertamenti con l’Agenzia delle Entrate e, qualora emergessero riscontri alla pista investigativa, non è escluso che possa essere contestato agli ex vertici della società il reato di evasione fiscale.
Accanto a questo ‘approfondimento’ gli 007 della guardia di finanza stanno anche portando avanti ulteriori accertamenti sulla cessione. Il complesso, infatti, era in vendita da tempo, ma l’istituto senese non era riuscito a chiudere. Poi, improvvisamente, in quel fine settembre 2011 arrivarono a perfezionare il contratto di vendita. Ed è proprio questo ad avere attirato l’attenzione dei magistrati. Perché tanta fretta? Non c’erano altre offerte d’acquisto? E, soprattutto, quale sarebbe stato l’impatto atteso da Rocca Salimbeni? Una risposta a quest’ultima domanda, secondo la pista investigativa, sarebbe da ricercare nel conto economico del terzo trimestre 2011 in cui la stessa banca annunciava di aver ottenuto «un utile netto di 42,2 milioni». A tanto ammonterebbe, infatti, la plusvalenza ottenuta con la cessione dell’ex centro esattoriale. E questo spiegherebbe anche l’improvvisa accelerazione, in quel settembre 2011, nel chiudere la trattativa. Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, infatti, l’immobiliare del Montedeipaschi avrebbe avuto in mano altre offerte per importi superiori. Anche quest’aspetto sarebbe al centro degli accertamenti dei magistrati che vogliono capire se la somma messa a contratto sia quella effettivamente pagata dal fondo immobiliare gestito da Mittel Sgr, oppure no.
DETTAGLI
La vendita del bellissimo ed enorme immobile ubicato a ridosso del Cotosseo avviene nel 2011 dopo una veloce trattativa
Gli uomini della Guardia di Finanza su input detta Procura di Siena eseguono alcune perquisizioni e acquisiscono documenti
Secondo le prime ipotesi investigative la vendita dell’ex centro esattoriale avrebbe prodotto una plusvalenza pari a 42,2 milioni di euro
Le Fiamme Gialle stanno passando al setaccio i documenti sequestrati per chiarire se la somma messa a contratto sia quella davvero pagata
Non vi sforzate troppo. le differenze riguardano, semplicemente (se così si può dire) la citazione del nostro quotidiano come “origine” dalla quale ha preso avvio l’inchiesta al centro dei due articoli. Così per celia abbiamo voluto creare il giochino. Infatti é alquanto “originale” che sia sfuggito, alla edizione locale di una testata nazionale, il nome di una “conterranea”… una dimenticanza che, invece, “Il Fatto Quotidiano” non ha avuto. Diciamolo subito: può capitare. E capita, infatti. Per fortuna, non sempre. Questa volta siamo stati fortunati: il rapporto è di 1 a 1. Finchè si può contare su una sostanziale parità…