Il sostituto procuratore aveva chiesto la conferma della condanna a sei anni
MILANO. Ancora due settimane per sapere la decisione dei giudici della Seconda penale d’Appello, che deve decidere sulla richiesta del sostituto procuratore di MIlano, che aveva chiesto la conferma della condanna di primo grado per l’ex presidente Alessandro Profumo e per l’amministratore delegato di Mps Fabrizio Viola. Nel 2020 i due manager erano stati condannati a sei anni di reclusione ciascuno per i reati di aggiotaggio e false comunicazioni sociali (in relazione alla prima semestrale 2015 della banca con riferimento all’operazione Alexandria). L’ex presidente del collegio sindacale, Paolo Salvadori, condannato in primo grado a 3 anni e 6 mesi per false comunicazioni sociali, invece, il sostituto aveva chiesto la trasmissione degli atti al tribunale di Siena per competenza territoriale.
Chiesta la conferma della condanna per Banca Mps – imputata per la legge 231/2001, quella sulla responsabilità amministrativa degli enti – a una multa di 800mila euro più il pagamento delle spese processuali. E’ stata chiesta la conferma della sentenza anche per la prescrizione del reato di false comunicazioni sociali relativo al bilancio 2012 e per l’assoluzione per lo stesso reato in relazione ai bilanci 2013 e 2014.
Se i due manager venissero, invece, assolti (dopo che la Cassazione ha definitivamente assolto Giuseppe Mussari e Antonio Vigni perché sui derivati Alexandra e Santorini “non ci sono stati reati”), il Monte dei Paschi potrà liberare dal bilancio altri 200 milioni di accantonamenti prudenziali.