SIENA. Continuano le sollecitazioni dei deputati toscani del Pd sul governo per avere risposte sul futuro dell’Ateneo senese. E’ di oggi (19 ottobre) la pubblicazione della quarta interrogazione – dal settembre 2008 – a firma di Franco Ceccuzzi, indirizzata al Ministro dell'Università e della Ricerca e a quello dell’Economia. E sottoscritta dai deputati Susanna Cenni, Luca Sani, Rolando Nannicini e Donella Matessini. Nel testo si chiede all'esecutivo di convocare il tavolo istituzionale, più volte chiesto da Comune e Provincia di Siena e di avere certezza sull'emanazione del decreto di nomina del nuovo rettore.
"L’Università – si legge nell'interrogazione – versa da tempo in una grave situazione finanziaria che mette a rischio il puntuale pagamento di dipendenti e fornitori; la continuità e la qualità dell'offerta didattica e della ricerca scientifica e il rispetto degli oneri assunti nei confronti dei dipendenti con il contratto di lavoro, come dimostra la vicenda delle Peo. Per far fronte a tale situazione gli organi dell’ateneo hanno approvato diversi piani di risanamento, che hanno stabilizzato e solo in parte ridotto l’indebitamento, che rimane intorno ai 200 milioni di euro come il deficit corrente che produce una perdita di circa 30 milioni di euro per esercizio. I passi successivi non potranno prescindere da un'adeguata razionalizzazione dell'offerta didattica e da un accordo quadro con i sindacati e i lavoratori per un'equa ripartizione dei sacrifici. L’attuazione del Piano, fino ad oggi, è stata resa possibile dalle cessioni immobiliari; dall’investimento della Regione Toscana sulla ricerca per 40 milioni di euro in 5 anni; dalla decisiva acquisizione, sempre da parte della Regione, del policlinico Le Scotte per oltre 150 milioni di euro; dalle erogazioni della Fondazione Mps che ha garantito risorse aggiuntive e dal protocollo per la mobilità volontaria tra enti, varato dalla Provincia di Siena e dai Comuni".
"La crisi dell’ateneo ha provocato una perdita dei livelli occupazionali che ha colpito, in particolare, i ricercatori, i lettori linguistici e il personale tecnico amministrativo. Fino ad oggi hanno perso il lavoro: 48 stabilizzandi; 25 assunti con contratto a tempo determinato e oltre 100 dipendenti della Cooperativa Solidarietà Sociale. A questi si aggiungono 30 prepensionamenti di docenti e 40 dipendenti tecnico amministrativi, andati in mobilità volontaria".
"Con questa interrogazione – afferma Ceccuzzi – esprimiamo la nostra vicinanza e solidarietà a tutta la comunità accademica che ha diritto di fruire e produrre didattica e ricerca di qualità. In secondo luogo torniamo a chiedere al governo di convocare un tavolo con i rappresentanti dell’Ateneo, degli enti locali senesi e aretini, per verificare la credibilità e l'attuazione del piano di risanamento e per capire se siano necessari idonei provvedimenti legislativi. Chiediamo poi, se e quando, il Ministero dell’Università emanerà il decreto di nomina del Rettore o se, in base alle informazioni in suo possesso, vi siano impedimenti di diverso ordine e grado che non consentano l’insediamento alla scadenza del 1° novembre. Vogliamo sapere, infine, a quali conclusioni è giunto il gruppo di lavoro, istituito presso il Ministero dell’Economia, già il 7 gennaio 2009, per accertare cause e responsabilità che hanno portato al dissesto dell’ateneo".
"L’Università – si legge nell'interrogazione – versa da tempo in una grave situazione finanziaria che mette a rischio il puntuale pagamento di dipendenti e fornitori; la continuità e la qualità dell'offerta didattica e della ricerca scientifica e il rispetto degli oneri assunti nei confronti dei dipendenti con il contratto di lavoro, come dimostra la vicenda delle Peo. Per far fronte a tale situazione gli organi dell’ateneo hanno approvato diversi piani di risanamento, che hanno stabilizzato e solo in parte ridotto l’indebitamento, che rimane intorno ai 200 milioni di euro come il deficit corrente che produce una perdita di circa 30 milioni di euro per esercizio. I passi successivi non potranno prescindere da un'adeguata razionalizzazione dell'offerta didattica e da un accordo quadro con i sindacati e i lavoratori per un'equa ripartizione dei sacrifici. L’attuazione del Piano, fino ad oggi, è stata resa possibile dalle cessioni immobiliari; dall’investimento della Regione Toscana sulla ricerca per 40 milioni di euro in 5 anni; dalla decisiva acquisizione, sempre da parte della Regione, del policlinico Le Scotte per oltre 150 milioni di euro; dalle erogazioni della Fondazione Mps che ha garantito risorse aggiuntive e dal protocollo per la mobilità volontaria tra enti, varato dalla Provincia di Siena e dai Comuni".
"La crisi dell’ateneo ha provocato una perdita dei livelli occupazionali che ha colpito, in particolare, i ricercatori, i lettori linguistici e il personale tecnico amministrativo. Fino ad oggi hanno perso il lavoro: 48 stabilizzandi; 25 assunti con contratto a tempo determinato e oltre 100 dipendenti della Cooperativa Solidarietà Sociale. A questi si aggiungono 30 prepensionamenti di docenti e 40 dipendenti tecnico amministrativi, andati in mobilità volontaria".
"Con questa interrogazione – afferma Ceccuzzi – esprimiamo la nostra vicinanza e solidarietà a tutta la comunità accademica che ha diritto di fruire e produrre didattica e ricerca di qualità. In secondo luogo torniamo a chiedere al governo di convocare un tavolo con i rappresentanti dell’Ateneo, degli enti locali senesi e aretini, per verificare la credibilità e l'attuazione del piano di risanamento e per capire se siano necessari idonei provvedimenti legislativi. Chiediamo poi, se e quando, il Ministero dell’Università emanerà il decreto di nomina del Rettore o se, in base alle informazioni in suo possesso, vi siano impedimenti di diverso ordine e grado che non consentano l’insediamento alla scadenza del 1° novembre. Vogliamo sapere, infine, a quali conclusioni è giunto il gruppo di lavoro, istituito presso il Ministero dell’Economia, già il 7 gennaio 2009, per accertare cause e responsabilità che hanno portato al dissesto dell’ateneo".