La tre università condurranno un nuovo progetto ERC finanziato con 13 milioni di euro
SIENA. L’estinzione dell’Uomo di Neanderthal resta uno dei grandi interrogativi irrisolti del percorso evolutivo seguito dal genere Homo. Quali sono le cause che hanno portato alla scomparsa di questa specie? Quale l’arco temporale e il contesto spaziale? Quale la catena di eventi che ha condotto allo sviluppo di questo fenomeno?
LAST NEANDERTHALS è il nuovo grande progetto di ricerca Synergy finanziato con 13 milioni di euro dallo European Research Council (ERC), che cercherà risposte a queste domande, estendendo le ricerche archeologiche oltre il contesto dell’Europa occidentale e centrale.
Guidato dai PI Stefano Benazzi, Francesco Berna e Omry Barzilai, il progetto è un ERC Synergy Grant, ovvero un’iniziativa che punta ad ampliare le nostre conoscenze attraverso sinergie tra diversi gruppi di ricerca, ognuno coordinato da un Principal Investigator con un curriculum scientifico di grande rilievo. LAST NEANDERTHALS estenderà le indagini archeologiche ai siti dell’Europa orientale e sudorientale, e, ancora più a est, a quelli dell’Asia occidentale e centrale, per fare luce sulla catena di eventi che ha portato all’estinzione dei Neandertaliani. e’il primo ERC Synergy Grant vinto dall’Università di Bologna: Stefano Benazzi, professore al Dipartimento di Beni Culturali è il coordinatore del progetto. Oltre che dall’Università di Bologna, il progetto è condotto dall’Università degli Studi di Siena con il PI Francesco Berna, e dall’Università di Haifa con il PI Omry Barzilai, in collaborazione con le Università di Pisa e di Colonia.
“Per arrivare a ricostruire in modo convincente la catena di eventi che ha portato all’estinzione dell’Uomo di Neanderthal, abbiamo bisogno di nuovi e più ampi dati archeologici – spiegano Benazzi, Berna e Barzilai -. Le informazioni che abbiamo raccolto finora provengono soprattutto da siti archeologici dell’Europa occidentale e centrale: ora vogliamo allargare le ricerche all’Asia occidentale e centrale e all’Europa orientale e sudorientale”.
Prima della loro improvvisa scomparsa, circa 40 mila anni fa, i Neanderthal sono infatti sopravvissuti per 350 mila anni in un vasto territorio che va dalla Penisola Iberica fino alla Siberia meridionale. Ma oggi sappiamo che i siti archeologici europei da cui è emersa finora gran parte dei reperti neandertaliani si trovano in un’area periferica rispetto alle regioni in cui hanno abitato gli ultimi Neanderthal. Ampliando le indagini ai siti archeologici dell’Europa orientale e sudorientale, e ancora più a est a quelli dell’Asia occidentale e centrale, gli studiosi di LAST NEANDERTHALS si concentreranno quindi sulle zone in cui sono avvenute interazioni tra i Neanderthal, i Denisoviani e l’Homo sapiens.
“Per la prima volta lavoreremo in sinergia su queste regioni, per comprendere più nel dettaglio il declino dei Neanderthal – dice ancora Benazzi -. Raccoglieremo e modelleremo con precisione nuovi dati culturali, biologici e ambientali ad alta risoluzione, con l’obiettivo di fornire una prospettiva senza precedenti sulle dinamiche di popolazione degli ultimi Neanderthal e offrire una spiegazione esaustiva e convincente dei meccanismi che hanno portato alla loro estinzione”.