Nei conflitti siamo costretti a parteggiare per uno o per l'altro dei contendenti. Mai per la pace
di Raffaella Zélia Ruscitto
SIENA. Fossi uno qualunque dei cosiddetti “grandi della terra”, uno di quelli che dettano legge in uno qualunque dei Paesi di questo martoriato mondo, mi vergognerei di essere quello che sono. Non sarei in grado di guardare negli occhi i miei figli, i miei genitori, i miei affetti più cari. Abbandonerei il mio incarico per andarmi a nascondere in qualche isola deserta per proteggere l’umanità dal mio egoismo e dalla mia infamia.
Putin, Netanyahu, Biden, Khamenei, Haniyeh, Xi Jinping, Scholz, Macron, Erdoğan, Orban e tutto il resto della squallida ciurma (ma proprio tutti) stanno dando prova di essere i peggiori rappresentanti della contemporanea razza umana. Totalmente incapaci di agire per il bene supremo dell’intera umanità; ciechi di fronte alla sofferenza dei loro stessi popoli; meschini al punto da mettere i personali interessi prima di qualunque cosa; affamati solo di potere e pronti a difendere la loro supremazia, anche se questo comporta dover aizzare le masse contro questo o quel nemico. Nessun saggio tra loro. Nessun uomo tra loro. Solo masse informi di desideri triviali e di scarsa intelligenza.
Nessun Dio per loro, perchè loro sono senza Dio. Si sentono Dio ed agiscono con un senso di impunità divina: pronti a scagliarsi contro le masse deboli, pronti a rabbonirsi solo davanti ai potenti loro pari.
Nulla di nuovo, da millenni.
Il vero problema è che, appena sotto di loro, dal gradino più alto a quello più basso, stilla, costantemente, come fosse una sorgente senza fine e senza freno, il veleno dell’avidità e della rabbia. E’ ormai una pandemia che sta mietendo più vittime del Covid. Tutti che odiano tutti. Tutti che criticano tutti.
Siamo tornati alla teoria delle razze, all’Occidente e all’Oriente, al Nord e al Sud, ai ricchi e ai poveri, agli etero e agli omo, ai cristiani, ai musulmani e agli ebrei, ai belli e ai brutti, alle donne e agli uomini (ma da qui non ci eravamo mai schiodati) ai bianchi e ai neri, agli ambientalisti e ai negazionisti, ai comunisti e ai fascisti, agli ucraini e ai russi, agli israeliani e ai palestinesi… Viviamo immersi in un sacco amniotico fatto di odio e intolleranza, in cui ci viene chiesto di “parlare in modo politicamente corretto”, ma che ci spinge costantemente a prendere una posizione “contro” qualcosa o qualcuno.
Vige la dittatura della dicotomia. O bianco o nero. Nella malata democrazia di oggi non esistono altri colori, altre sfumature. O sei con noi o contro di noi. Così la democrazia sana muore a vantaggio di chi ci vuole sfegatati tifosi troppo arrabbiati per tenere acceso il cervello.
E mentre noi discutiamo fino a farci venire la bava alla bocca, loro (quelli di cui sopra) hanno mano libera per agire e portare tutti alla distruzione senza appello.
Questa è l’epoca in cui siamo tutti connessi, legati in tempo reale, ma è solo apparenza. In realtà, usciti dai sociali, dalle app di conversazione, dalle videochiamate, da Onlyfans, siamo soli. Malati di una solitudine che non ha cura e che ci rende profondamente insensibili alle nostre stesse esigenze, figurarsi a quelle degli altri, di quelli che ci stanno accanto.
Mentre cerchiamo di vivere una vita sempre più virtuale, che di reale ha solo le incombenze quotidiane e la schiacciante ansia dei conti sempre più cari da pagare, prosciughiamo ogni briciolo di umanità e diventiamo sempre più intolleranti, egoisti, arroganti, egocentrici ed egoriferiti.
Non sappiamo più interagire con i nostri simili. Anche il linguaggio diventa sempre più ridotto. “Frà”, “bro”, “bella”: i giovani si parlano a monosillabi, usando parole tronche, rinunciando ad articolare un argomento più complesso, appena meno superficiale. I sentimenti (positivi o negativi) vengo espressi con turpiloqui neppure tanto fantasiosi. E la rabbia diventa la sola espressione possibile del malessere di vivere che nasce dall’assenza di guide, di affetti profondi vissuti e toccati nella realtà quotidiana.
Ci hanno ridotti, negli anni, a frenetici soldatini, distratti da sempre più sofisticati “giocattoli di massa”, accecati dalle regole di mercato e dal desiderio di avere. Possedere e mostrare, questa è la regola regina: possedere l’ultimo “giocattolo” costoso, l’ultimo brand di grido, l’ultima auto di lusso, la vacanza più invidiata sui social… E se non puoi ostentare? Beh, non sei nessuno! Parte così la “corsa ad avere”, trascurando totalmente la crescita dell’essere, nella sua essenza, nella sua integrità.
La nostra costante insoddisfazione, scaturita dal non avere mai abbastanza, è la loro arma migliore. Sì, perchè è proprio quella che non ci fa ragionare! Siamo troppo frustrati per riconoscere il delirio senza una morale (ma molto ben monetizzato) del Generale; siamo troppo infelici per cogliere le neppure tanto velate minchiate di chi si affanna a spiegarci il perchè del caro vita, delle speculazioni sui beni primari, delle guerre che stanno spuntando come funghi, della sempre più profonda disuguaglianza sociale, civile e morale; siamo troppo amareggiati per riconoscere i segnali di una violenza sempre più dilagante, che fa strage dei più deboli, dei più indifesi. E siamo troppo assuefatti per ribellarci a tutto questo.
Siamo rammolliti, ecco cosa siamo. Pronti a perdere qualche ora della nostra vita a guardare stupidi video su tiktok piuttosto che a guardare negli occhi i nostri figli, anche solo per sapere se sono diventati bulli o vittime. Pronti a picchiare il professore piuttosto che riconoscere che non siamo stati in grado di insegnare nulla, di trasmettere nulla di buono, a quelli che noi stessi abbiamo messo al mondo, con tutte le responsabilità che ne conseguono. Noi adulti siamo diventati, lentamente, l’esempio mancato, la punizione non data, l’affetto distratto, il sostegno latitante, la complicità gretta.
Mi vergogno di essere figlia di questo tempo. Mi vergogno di essere considerata della stessa razza di uomini che hanno ucciso e uccidono bambini, donne e uomini inermi ad ogni latitudine e qualunque sia stato il colore della loro pelle, il loro Dio, il loro Popolo. Mi vergogno di essere parte di un mondo che dà più valore ad una borsa di marca che alla poveraccia che l’ha realizzata per due soldi.
Mi vergogno di essere parte di un vortice che trascina l’umanità verso la “bestializzazione” e l’inebetimento. Ci mancava l’intelligenza artificiale! Ci stanno portando a non sforzarci neppure a scrivere un tema elementare! Basta chiedere all’intelligenza artificiale. Fine dello sviluppo del senso critico, dell’esercizio della comprensione, dell’analisi. L’IA lasciata in mano a dementi di questa fatta? Abbiamo già avuto mondo di vedere qualche fulgido esempio di questo connubio!
Mi vergogno, ma soprattutto ho paura. Paura dei miei simili più che di un cobra a tre teste!
Questa mattina, alla notizia del bombardamento sull’ospedale di Gaza, dei tanti morti innocenti, ne ho nuovamente conferma.
Partito già lo scarico di responsabilità dall’una all’altra fazione. Come se facesse una qualche differenza! La guerra è morte e non si può (non si dovrebbe mai) piangere un morto più di un altro. Si uccide, da ambo le parti, usando le vittime come pretesto per alzare l’asticella della violenza. I morti diventano motivo per fare altri morti!
E le manifestazioni in giro per il mondo? Nel pieno rispetto della “dittatura dicotomica” ecco che sono per l’una o per l’altra parte! Vergogna! La pace, la giustizia, il rispetto della vita umana, parte dalla richiesta di una pace che non abbia vincitori o vinti. E finché non capiremo questo resteremo strumenti utili nelle mani di quelli che comandano per gli interessi di una piccola, minuscola conclave di potenti! E involontariamente complici del prossimo massacro!
Se non ci liberiamo da questa costante contrapposizione nella quale ci hanno incastrato, resteremo schiavi, masse di formiche al servizio dei potenti di turno, pronti all’estinzione. Ma una manifestazione per la pace con tutte le bandiere (tutte tutte) quale articolo della Costituzione violerebbe? Perchè gli otto miliardi (ma forse più) di uomini non possono chiedere a gran voce la fine di questo oscuro momento storico?
La verità è che questa è ormai un’umanità zombi, di uomini che fagocitano altri uomini. Tutti bellissimi, per carità, al naturale o con l’aiutino del chirurgo plastico! Ma morti dentro, marci fino al midollo, senza più quella fiamma divina che ci dava la forza di crescere e di essere meglio di coloro che ci avevano preceduto.
L’evoluzione ha avuto un freno ed ha avviato il suo percorso a ritroso.
Ed in questo buio diffuso, in cui anche le fiammelle più caparbie ondeggiano tremule, non è facile tenere il passo deciso e la speranza nel cuore. Io ci provo ed ogni sera, prima di addormentarmi, rivolgo le mie preghiere al Dio di Abramo, ad Allāh e al mio buon Gesù, affinché intervengano “chirurgicamente” per cancellare l’origine di tutto questo male. Per i più lenti… che un Dio li stramaledica!