ROMA. Il 2009 resta un anno difficile dal punto di vista economico: in Europa la crisi economica dovrebbe terminare nella seconda metà del 2010, "grazie alla graduale ripresa che dovra' essere sostenuta da nuovi interventi politici, soprattutto nel settore finanziario". A dirlo è il Fondo Monetario internazionale nell'ultimo Regional Economic Outlook. Il Fondo ritiene che l'attivita' economica quest'anno dovrebbe contrarsi di piu' nei paesi emergenti. Nel 2010, la ripresa sara' piu' accentuata in questi paesi. L'Italia vedra' quest'anno una contrazione del pil del 4,4% che si attenuera' nel 2010 a un -0,4%. L'inflazione si attestera' quest'anno allo 0,7% e allo 0,6% l'anno prossimo. Nel 2009 il Pil dei paesi europei piu' sviluppati dovrebbe registrare un calo pari al 4%. Andamento negativo anche per il 2010 nel corso del quale le maggiori economie europee dovrebbero registrare un pil pari al -0,4%. Il pil delle cosiddette economie emergenti quest'anno dovrebbe scendere del 4,9%, mentre nel 2010 ci sara' una crescita pari al +0,7%. L'inflazione dovrebbe scendere a livelli molto bassi in diversi paesi ma la deflazione dovrebbe essere evitata, sottolinea l'Fmi. "Le misure prese in Europa per contrastare la profonda recessione hanno messo buone basi per una graduale ripresa, ma ulteriori azioni dei legislatori sono necessarie, in particolare nel settore finanziario, per ridare ai mercati fiducia e speranza e accelerare la ripresa" dice Marek Belka, direttore del Dipartimento europeo del Fondo Monetario Internazionale. Queste misure comprendono di continuare a fornire liquidita' e l'impegno diretto nel facilitare il credito dove necessario, una affidabile ricognizione delle perdite nel sistema finanziario, ricapitalizzazione dal settore privato ma con il supporto pubblico se necessario e confinare gli asset danneggiati quando siano parte significativa dei bilanci preferibilmente con una bad-bank a gestione privata costruita con il supporto e i fondi governativi. Sono inoltre necessarie politiche per ammortizzare la crisi. Servono politiche fiscali per continuare a sostenere la domanda, combinando una rapida e larga attuazione dei pacchetti di stimolo con un impegno a un rafforzamento fiscale futuro. Le politiche monetarie dovranno essere usate per ancorare in terreno positivo le aspettative sull'inflazione "prevenendo rischi di deflazione".