Il Sienafestival raggiunge anche i giovani
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di Giulia Tacchetti
SIENA. Se lo scopo è quello di attirare un pubblico giovane nel mondo dell’opera lirica, è stato più che raggiunto, visto l’afflusso, quasi da tutto esaurito, al Teatro dei Rinnovati allo spettacolo di domenica 23 settembre, che ha inaugurato nella sezione musica il Sienafestival. E’ una piacevole sorpresa, anche se in parte anticipata nella partecipazione del cantante a Sanremo 2008, la perfomance di Elio (e le Storie Tese), che interpreta un barbiere dall’accento siciliano, innamorato di Figaro, di cui narra l’intrigata storia attraverso un libero racconto di Roberto Fabbriciani, con musiche ridotte de “Il barbiere di Siviglia” di G. Rossini, in versione cameristica.
L’eccellenza dei suonatori (Roberto Fabbriciani flauto, Fabio Battistelli clarinetto, Massimiliano Damerini pianoforte), le doti poliedriche di Elio, l’azione didattica della riduzione e ritrascrizione dell’opera, senza parrucche e costumi paludati, rendono del tutto godibile lo spettacolo, facilitando la persona che si accosta per la prima volta a questo genere di rappresentazione, ma anche l’amatore, che condivide con gli altri spettatori la gioia di conoscere piano piano i segreti che legano la musica alle parole. Di grande effetto il momento in cui Rosina parla attraverso il flauto di R. Fabbriciani . Tutto diventa esplicito. Elio nella sua bottega di barbiere, mentre fa barba e capelli a due clienti (R. Fabbriciani e F. Battistelli), ci porta per mano dentro il melodramma, narrandoci i momenti salienti della storia di Figaro ed introducendo i personaggi ed il loro carattere. Si concede anche una lettura critica di alcuni passi dell’opera e di un interessante brano di Carlo Emilio Gadda sul melodramma, dimostrando la volontà di sperimentare in campi diversi dalla musica leggera. La recitazione disinvolta e con qualche libertà, che non disturba, l’ironia, gli sketch ed i dialoghi con M. Damerini al pianoforte lasciano il posto alle musiche più conosciute di Rossini, in modo da evitare momenti di noia. Lo stesso Elio canta il celebre Largo al factotum e La calunnia, aiutato sì da un microfono, ma anche dalla sua voce che affronta con una certa disinvoltura le note lunghe (prolunga in modo sorprendente la seconda sillaba del nome Figaro) e dove la voce non lo sorregge, ecco scaturire l’Elio della band con la sua leggerezza ed impertinenza, che fa sorridere il pubblico.
Questo spettacolo ha un altro pregio oltre quello divulgativo: dimostra come in tempi di ristrettezze economiche si possa mettere in scena un buon spettacolo quando gli interpreti siano delle eccellenze.