Dubbi all'interno dell'associazione sulla riconferma del presidente uscente: pesano i fallimenti delle gestioni senesi
di Red – foto di Corrado De Serio
SIENA. La discrezione è una regola aurea dei banchieri e la loro associazione Abi non può fare eccezione. Tuttavia facendo slittare di un mese la decisione dei “saggi” sulla proposta di riconferma del presidente uscente Giuseppe Mussari per il prossimo biennio, benché siano stati fatte già da tempo tutte le modifiche statutarie occorrenti, è una implicita ma chiara presa d’atto che il “problema Monte Paschi” con annesso corollario di indagini, perquisizioni domiciliari e sempre possibili avvisi di garanzia esiste. E non è da sottovalutare, non per una mera questione di immagine. Cinque anni di cattiva gestione dell’istituto di credito senese culminati con l’ultimo bilancio che ha presentato 4,7 miliardi di perdite non possono passare inosservati anche in un paese come l’Italia, in cui la meritocrazia non è titolo sufficiente per fare carriera, ma vale molto di più l’adesione a sistemi lobbistici e partiti politici. Di maniera è stata considerata l’uscita a difesa di Mussari del nuovo presidente di MPS Alessandro Profumo, un “atto dovuto” che non lascerà strascichi sulla liquidazione coatta ordinata a Roma contro almeno due fazioni in guerra tra loro nel gruppo dirigente del PD senese, di cui l’avvocato di Catanzaro è stato per diversi anni il punto di coagulo.
Nella formula di congedo del presidente Abi uscente, probabilmente, sarà Mussari a figurare di fare il passo indietro e non l’associazione a rinunciare al suo nome, e da Il Fatto Quotidiano fino a Il Sole 24 Ore molti commentatori politico-finanziari si arrischiano a prevederne il ritiro e financo a indicare i nuovi papabili alla carica bancaria più ambita. Si parla di un ritorno di un presidente precedente, Maurizio Sella in carica fino al 2006. Il secondo nome sarebbe quello dell’attuale numero due dell’associazione, il vicepresidente vicario Antonio Patuelli. Che guarda caso è uno dei più stretti collaboratori di Giuseppe Guzzetti, il presidente Acri che al giornalista di Report che domandava “dato lo scopo sociale della Fondazione, quando un presidente di fondazione gestisce male o fa perdere patrimonio deve andarsene o no?” rispose “Assolutamente sì “. Si attendono ora le dichiarazioni che farà il prossimo 31 maggio il neogovernatore Ignazio Visco al suo debutto, e gli sviluppi dei casi giudiziari che girano intorno alla gestione dell’affare Antonveneta e dell’aeroporto di Ampugnano nei prossimi quindici giorni.
La strada per Mussari, improvvisamente, si è fatta ripida e lastricata di ostacoli. Certo è che l’assise dei banchieri, sempre nell’occhio del ciclone per i sospetti di favoritismi da parte dei governanti, avrebbe bisogno di una figura che non ricordi, a ogni piè sospinto, debiti, disastri e perdite miliardarie.