Ma l'Abi non ci sta: "Non si possono accettare passivamente i giudizi"
di Red
SIENA. Era un po’ di tempo che le agenzie di rating non si facevano sentire, forse soggiogate dall’effetto Monti che sembra svanito con il tempo e che l’elezione di Hollande a presidente francese non sembra aver rinvigorito. L’agenzia Moody’s nella serata di ieri, ha tagliato il rating di 26 banche italiane. Detti rating, avverte minacciosa l’agenzia in una nota “sono adesso tra i più bassi nei paesi dell’Europa avanzata e riflettono la vulnerabilità di queste banche a contesti operativi sfavorevoli in Italia e in Europa”. Si confermano tutti negativi gli outlook delle banche interessate dal taglio. Come è ovvio, Moody’s gioca facile nel sottolineare che le difficoltà sono prodotte dalla “recessione e dall’austerity, che in Italia stanno riducendo la domanda nel breve termine”, con un governo incapace di proporre misure funzionali per stimolare la crescita economica, caposaldo della capacità di ridurre il debito pubblico. Certamente le forbici dell’agenzia hanno sminuzzato i rating di tutti i principali istituti di credito. Monte dei Paschi di Siena è stato tagliato di due gradini, da Baa1 a Baa3. Quello di Unicredit e di Intesa SanPaolo di un gradino (da A2 ad A3). Il giudizio su Ubi Banca è passato da A3 a Baa2, quello su Banco Popolare da Baa2 a Baa3.
Nel contesto negativo delle borse europee, a cui stamani ha risposto l’indice Nikkei con un eloquente -0,81%, il titolo della banca senese ha ottenuto un discreto +1,33% a euro 0,2432 in solitaria controtendenza. A Siena è prevista la presentazione della prima trimestrale 2012, da cui si potrà misurare il primo impatto della gestione del neo amministratore delegato Fabrizio Viola. Ieri i mercati hanno apprezzato le parole del presidente Alessandro Profumo “Il Monte dei Paschi di Siena è certamente una banca solidissima”. Con un conclusivo e perentorio “Sono fiducioso sulla solidità della banca, al di là della vicenda giudiziaria”.
L’Abi reagisce contro la decisione di Moody’s definendola “un’aggressione all’Italia, alle sue imprese, alle sue famiglie, ai suoi cittadini”. L’Associazione bancaria condivide “le critiche sollevate ieri dal presidente della Consob, Giuseppe Vegase”, e “reitera la richiesta alle Autorità europee e alla Banca Centrale affinché tali giudizi non siano passivamente recepiti nella regolamentazione, nelle procedure e nei modelli di valutazione e venga finalmente varata una severa disciplina di controllo nei confronti di questi soggetti. Abi ha messo questo argomento all’ordine del giorno della riunione di domani del Comitato esecutivo a Milano al fine di valutare collegialmente tutte le azioni da adottare, in ogni sede, per tutelare i legittimi interessi dell’economia italiana, così gravemente lesi dalle decisioni delle agenzie di rating”.