Il blitz delle Fiamme Gialle riguarda il vecchio CdA
di Red – foto Corrado De Serio
SIENA. La fuga da Siena è durata poco, grazie al cielo: il tempo di metabolizzare la presenza della Guardia di Finanza nella sede di MPS, e i mercati, in un giovedì che si poteva preannunciare nerissimo, hanno sospinto all’insù il titolo con un buon +4,07% a euro 0,2429. Ci sarebbe, così a sensazione, da ringraziare la Procura della Repubblica che ha atteso l’insediamento del nuovo CdA prima di entrare in azione. Presentarsi prima del 27 aprile sarebbe stato devastante per l’istituto di credito: facile intuizione.
Gli indagati, nella giornata, da due sono diventati quattro e potrebbero aumentare man mano che dall’analisi delle responsabilità nell’esame delle carte potessero uscire particolari nuovi. Ma nell’ottica della tenuta della governance di banca Montepaschi, queste cose sono irrilevanti, in quanto in toto i componenti dell’attuale Consiglio di Amministrazione nel 2007 non erano coinvolti nell’affare Antonveneta.
Non sè da sottovalutare, tuttavia, il pericolo delle serpi in seno: lo stesso Profumo attende a giorni la decisione di un giudice per una richiesta di rinvio a giudizio a Milano nel cosiddetto affare Brontos, evasione fiscale targata Unicredit.
Mentre oggi i carabinieri del Nas sono entrati senza dare nell’occhio, in Direzione Generale e in una filiale di MPS a Siena, ma non per cercare documenti relativi ad Antonveneta. Accertamenti sulla famiglia Aleotti che vede Alberto Giovanni, consigliere di MPS, e la sorella Lucia indagati su “alcuni capitali che potrebbero essere stati scudati nel 2009”. Cose private: “Ben vengano i controlli potranno constatare che tutto è in regola”, è stata la convinta affermazione del legale della famiglia, Roberto Cordeiro Guerra.
Niente allarmismi, quindi, tra la clientela: la banca non è in pericolo, anzi, vista l’indiscutibilità della situazione Profumo e Viola troveranno maggior decisione e consenso per governare il necessario cambiamento di rotta rispetto ai finti anni dorati di Giuseppe Mussari. I due hanno prodotto una importante conferenza stampa, in cui hanno preso di petto la situazione e hanno risposto alle domande, cosa che a Siena non succedeva da moltissimi anni, e per la verità, a cominciare dalle interviste negate a Report non era mai successo fino ad oggi. Sappiamo tutti che questa indagine, come tutte le indagini fatte in Italia anche per il modo burocratico e intrinseco con cui si devono svolgere, durerà parecchio.
L’amministratore delegato ha avvisato che il nuovo piano industriale verrà presentato a metà giugno e non ha anticipato nulla sulla trimestrale che dovrà comunicare ai mercati il prossimo martedì 15 maggio. E se il nuovo piano industriale prevederà, come temiamo a nocumento per la città di Siena, un aumento di capitale riservato a nuovi soci (vista l’indisponibilità forzata della Fondazione) i clienti potranno dormire sonni tranquill,i visto che il capitale sociale verrebbe così rafforzato.