SIENA. La morte di Arnaldo Forlani è la morte della democrazia così come l’abbiamo intesa in quel partito pluralista che fu la democrazia cristiana.
A Forlani bisognerebbe fare un monumento per la sua immensa prudenza e sensibilità. Lo ricorderò sempre per la pazienza che ha avuto anche con me, che fui tirato dentro la politica da Albertino Marcora e sono rimasto sempre militante della “cosiddetta sinistra democristiana”, però non dimenticherò mai l’affetto che mi ha dimostrato Forlani in mille circostanze pur rispettando la mia collocazione interna.
Sicuramente ero “scapestrato” e solo la sua sapiente mitezza mi ha fatto da argine esponendosi a causa mia anche a critiche di alcuni paladini che volevano tacita obbedienza. Arnaldo non pretendeva, consigliava con garbo e cortesia. Conservo gelosamente una Sua lettera che nessun altro al posto suo mi avrebbe indirizzato.
Era un maestro, un amico, era sicuramente uomo intelligente e pieno di umanità.
La sua morte oltre che immensa tristezza riempie il mio animo di ansia per il futuro della nostra Italia e di rimorso per non essere stato sicuramente degno delle immense attenzioni che mi ha riservato.
Con Arnaldo Forlani se ne va un pezzo importante della mia vita. Forlani era una persona unica e forse non sempre compresa nella sua ovattata sapienza politica, umana e cristiana.
Con Forlani muore uno spazio di democrazia.
Alberto Monaci
Grazie a Confronti per l’ospitalità