HODURAS. Tensione a Tegucigalpa dopo il colpo di stato che ha deposto il presidente Manuel Zaleya, espulso in Costa Rica. Il Parlamento ha designato al suo posto il presidente dello stesso Parlamento, Roberto Micheletti. Micheletti ha proclamato un coprifuoco della durata di 48 ore a partire dalle 21 di ieri (le 3 della notte scorsa in Italia). Coprifuoco violato da migliaia di simpatizzanti del capo dello Stato honduregno destituito che si sono radunati davanti alla residenza presidenziale. Alcuni dei presenti hanno assicurato che membri delle forze di sicurezza presenti hanno lanciato spari "in aria", nel tentativo di sciogliere gli assembramenti delle persone. Finora non è stato ancora reso noto il numero delle persone arrestate durante il golpe. Quello di ieri e' stato un colpo di stato come non se ne vedevano da anni ha scosso oggi l'America Latina: in Honduras l'establishment della destra ha spinto i militari a sequestrare e portare a forza in Costa Rica il presidente José Manuel Zelaya, in carica dal 2006. Il golpe, il primo in America Centrale dalla fine della Guerra Fredda, è la conseguenza del tentativo di Zelaya – il cui mandato quadriennale sta per scadere – di modificare la Costituzione per potersi ricandidare nel 2010 per un altro mandato. Proprio oggi era in programma il referendum di modifica della Costituzione e si sarebbe dovuto votare. Ma l'intervento dei militari ha fermato tutto, con improvvisa violenza anche se senza spargimento di sangue. Dopo le prime ore di confusione, Washington ha reagito in modo netto. Per il segretario di Stato Hillary Clinton sono stati "violati i principi democratici". "E' un'azione che tutti devono condannare", ha dichiarato. Più veementi le condanne di quasi tutti i governi dell'America Latina, all'unisono, per altro, con l'Unione Europea e l'Organizzazione degli stati americani.