Nessuno vuole prendersi la responsabilità del fallimento
di Red
SIENA. 382 giorni fa, dichiarando la sua soddisfazione nel fatto che il CdA di MPS prevedesse a breve un dividendo, Gabriello Mancini pensò di aver sbarcato il lunario ancora una volta. 31 giorni dopo annunciò l’austerità; ma sempre evitando, insieme con i vari Parlangeli e Pieri, di dare una risposta alle domande tipo: “senza soldi per le erogazioni come farete a pagare i debiti?” E ancora doveva andare a cercarsi i quattrini per l’aumento di capitale che ha sicuramente segnato per sempre in negativo la storia breve della Fondazione MPS! Sapeva già che, da lì ad un anno, tutti i nodi sarebbero venuti al pettine, ma se qualcuno gli chiedeva qualcosa faceva spallucce e tirava avanti, facendo finta di ignorare la realtà. Peccato che tanta gente sulla sua sicurezza di atteggiamento abbia costruito la propria vita, come i dipendenti di Siena Biotech che oggi si trovano a dover lottare per sopravvivere.
E ci dicono che anche Toscana Life Sciences è messa male. Che Vernice, “l’house intrattenitor” di Palazzo Sansedoni, ha cessato ogni attività di organizzazione.
Che il Comune avrebbe fatto slittare l’approvazione del bilancio per vedere fino all’ultimo momento utile se dall’altra parte di Piazza del Campo partirà il piccione che non porterà con sé i 17 milioni di euro dello scorso anno, ma che potrebbe portare soldini buoni alla causa del sindaco, perennemente in lotta con il mondo crudele per mantenere il consenso.
Un uomo solo, Ceccuzzi, già con la pensione parlamentare e senza aver lavorato un giorno in vita sua, visto che la politica è un servizio e non un mezzo di sopravvivenza per guadagnarsi la pagnotta. Proprio nella serata di sabato il sindaco di Siena è stato costretto a uscire allo scoperto e perciò dalla Fondazione sa già che non verrà nulla.
I senesi sono già tra i cittadini piùcolpitii dalle tasse locali e la mancata approvazione del bilancio significherebbe, secondo il sindaco, un ulteriore aumento della tassazione e il pericolo del dissesto.
Ma torniamo ai problemi degli enti senesi privi di erogazioni. Il Direttore Generale delle Scotte Morello deve far sapere come verranno pagate le rate dei mutui accesi, grazie alla Fondazione, per stabili e macchinari vari, che rischiano ignominiosamente di essere rimandati indietro ai costruttori.
E l’Università nel 2011 per pagare rate di mutui ha avuto 800mila euro oltre a 2 milioni e 300mila per borse di studio e assegni di dottorato: già in stato pre-fallimentare, come farà Riccaboni a sostenere l’urto?
A tutto questo si è aggiunto il grido d’allarme del presidente della Provincia, che dovrà fare a meno di 19 milioni di euro: anch’egli ignaro fino a oggi di cosa succedeva in Banchi di Sopra e di Sotto, come se la politica fosse altrove. Un “cahier de doléances” nutrito e succoso, ancora senza risposte ufficiali.
Gabriello Mancini era il centro di gravità del piccolo mondo antico senese e se ne è uscito gridando orgoglioso “di aver ubbidito agli ordini”. Gli ordini di chi? Il potere del sindaco attuale si basa su questo equivoco, per cui c’è un responsabile più alto in grado del presidente della Fondazione (che sarebbe appunto il sindaco che l’ha nominato e la sua componente politica), ma non si sa chi è. Pensare che l’omertà era caratteristica di gente ben diversa dai senesi! Ma di abbandonare le poltrone non se ne parla nemmeno, pare per senso di responsabilità. Forse per paura che arrivi qualcuno che scoperchi il pentolone. Siena trionfa immorale?