I nuovi acquirenti esigeranno il loro spazio
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SIENA. Il recente rinnovo del Monte segna indubbiamente una discontinuità rispetto al passato ma non del tutto in positivo. E’ apprezzabile la scelta di rinnovare quasi completamente l’organismo, escludendo coloro che hanno concorso a portare la Banca e la città nell’attuale umiliante situazione. Coerentemente con quanto più volte abbiamo chiesto, salutiamo con favore l’innalzamento del tasso di competenza tecnica nel nuovo consiglio (non era molto difficile poiché si partiva da zero). D’altro canto è facile notare come questo rinnovo releghi ad un livello puramente simbolico il coinvolgimento di Siena nel governo della Banca: per la prima volta nella storia, sia il presidente che il direttore generale sono persone esterne ed estranee sia a Siena che alla “cultura” Monte. Per il resto è apparso chiaro come la maggior parte delle nomine sia il risultato di indicazioni di fonte extra-senese. Non piangiamo per l’assenza, oggi, ai vertici del Monte di esponenti della classe politica senese, ma dobbiamo con amarezza constatare che questo è semplicemente il risultato della “impresentabilità” di quella classe politica, a causa dei pessimi risultati che la medesima ha prodotto, per la Banca e non solo. Intanto la famiglia Aleotti ha acquistato il 4% del Monte e con ogni probabilità otterrà una vice-presidenza della Banca; fatto che ridurrà ulteriormente il peso della nostra collettività in quello che fu il nostro babbo Monte e che dunque rischia di diventare solo un lontano cugino di terzo grado. Ma non basta: si avvicinano nuovi acquirenti lussemburghesi e brasiliani e certamente anche loro, se l’affare andrà in porto, esigeranno il proprio spazio.
Un tempo era il Monte ad acquistare banche e partecipazioni in giro per il mondo; ora sono gli altri che vengono a partecipare al banchetto che l’incapacità e la superficiale arroganza della nostra classe dirigente ha imbandito per loro.
Alleanza per l’Italia – Circolo di Siena