Lannutti e Evangengelisti si scagliano contro la candidatura di Profumo alla presidenza della banca
“Sembra che al giorno d’oggi il requisito principale per amministrare un’azienda di credito sia quello di essere indagati per frode fiscale. Se i gravissimi reati ipotizzati a carico di Alessandro Profumo, infatti, rappresentano un merito per ottenere la presidenza di una banca, ci piacerebbe conoscere, in merito alla nomina di Profumo alla guida di Mps, l’opinione della Banca d’Italia, del Governatore Visco e della signora Tarantola (capo della Vigilanza). Noi di Italia dei Valori non restemo in silenzio di fronte ad un colpo di mano sulla legalità, che umilia consumatori, lavoratori ed utenti dei servizi bancari”. Lo dichiarano, in una nota congiunta, il Senatore Elio Iannutti, Membro della Commissione Finanze e Tesoro del Senato, e l’on. Fabio Evangelisti, Segretario Idv Toscana.
“Il Monte dei Paschi di Siena ha speso circa 9 miliardi di euro per acquisire Banca Antonveneta – spiegano Iannutti e Evangelisti – sopravvalutandone il valore e dissanguando le sue poste contabili e di bilancio. I sindacati, venerdì scorso, hanno giustamente protestato con una giornata di sciopero sulle conseguenze di queste operazioni allegre, che non avranno altro risultato se non la perdita di migliaia di posti di lavoro, e noi di Idv eravamo in piazza al loro fianco. Oltre al danno, oggi lavoratori e consumatori di Mps hanno subito la beffa della nomina di Profumo alla presidenza della più antica banca italiana”.
“Una nomina che ha tutto il profumo di una partita di giro che ha ben poco a che fare con il futuro sviluppo dell’Istituto e con le sorti dei lavoratori Mps. Il re delle sceneggiate Giuseppe Mussari, infatti, dimessosi dall’Abi per una norma di civiltà approvata dal Senato sull’abrogazione delle commissioni di massimo scoperto che appesantisce i costi del credito, paga la cambiale firmata al suo successore Profumo, per ringraziarlo dell’aiuto ottenuto a suo tempo alla presidenza dell’Associazione Bancari Italiani, ma ipoteca in questo modo una banca priva dei requisiti di onorabilità al vertice”, aggiungono Iannutti e Evangelisti.
“Profumo – concludono Iannutti e Evangelisti – è infatti una vecchia conoscenza dei risparmiatori frodati e delle imprese usurate con i derivati, che dopo aver preso una buona uscita di 42 milioni di euro da UniCredit, è anche inquisito per una colossale frode fiscale dal pm di Milano Alfredo Robledo e non gode certo di alcuna fiducia né credibilità agli occhi dei lavoratori di Mps e di tutti quei cittadini italiani che sono stati dissanguati dai derivati avariati per retribuire l’avidità dei banchieri. Alla luce di questi fatti provati, la nomina di Profumo alla presidenza di Mps non è soltanto un’offesa ai risparmiatori e l’ennesimo attacco ai lavoratori del Gruppo, delle cui sorti per altro nessuno sembra più interessarsi, ma una scelta al ribasso per il futuro sviluppo dell’Istituto senese”.