E i manifestanti tornano a casa senza nemmeno il comizio
di Red
SIENA. Pensavamo di averle viste tutte, e invece… lo sciopero alla senese ancora no. Il programma recitava infatti che alle 12:30 si sarebbe svolto il comizio in Piazza Salimbeni. Ora il palco, dove solitamente gli oratori salgono per arringare la folla, dal 7 marzo al 16 non c’è stato tempo di montarlo. In compenso la piazza era presidiata dalla Polizia ed era manifestamente piccola per contenere una folla degna dello stadio, del Palaestra o di Piazza del Campo e che si sapeva sarebbe arrivata.
Eppure il palco è il luogo mediatico dove la voce del sindacato si alza forte e chiara, sottolineata dal commento della folla: nessun Giuseppe Di Vittorio vi avrebbe rinunciato. Evidentemente dedicargli tante strade nella nostra provincia non è servito a niente.
Il commento più forte su questa manifestazione è dell’Ansa, che verso le undici del mattino ha avvertito la contestazione che montava intorno al sindaco di Siena e al presidente della Provincia, che seppur ben circondati da Polizia, Carabinieri, Digos in borghese e militanti del PD, vedevano bene di rinunciare. Ma qual è il messaggio che il sindaco ha voluto mandare con la sua presenza alla Lizza? Ai sindacati: sono il vostro interlocutore; alle fazioni del partito: qui comando io? Troppo contradittorio è semplice definire questo atto un “colpo di testa” o una leggerezza. L’atto politico è evidente.
In città – tra uno slogan e l’altro (alcuni molto pittoreschi) – si è parlato anche della conferma di Fabio Borghi nella lista che domattina la Deputazione amministratrice, che come è noto non ha potere di nomina ma solo di esecuzione degli ordini come disse Gabriello Mancini all’Hotel degli Ulivi lo scorso 3 dicembre, dovrà ratificare. Quindi si profilerebbe la conferma dell’ex segretario locale Cgil, dicono fedelissimo di Ceccuzzi, presidente di MPS Leasing & Factoring. Una grande vittoria (?) per la Fisac/Cgil, anche se non sono mancate le critiche all’uomo che nel CdA di tre settimane fa non ha speso una parola per difendere i 1500 licenziamenti proposti da Viola, in esecuzione del piano Vigni. Borghi potrebbe così, grazie agli inconsapevoli manifestanti, spuntarla sull’altro candidato Enrico Totaro, espressione della dirigenza dell’istituto bancario (Area territoriale Toscana Nord, leccese di origine).
Con Profumo, Viola e Borghi, è ormai certo che, come vi abbiamo anticipato più volte, il vicepresidente sarà Alfredo Monaci, attualmente presidente di Biverbanca. Mancano al puzzle della Fondazione gli ultimi due tasselli.
Il totonomine che, tra una bandiera sindacale e un cartello di sfottò, impazzava in Banchi di Sotto alla fine avrebbe tirato fuori dal cilindro due rampanti candidati.
Il primo sarebbe Graziano Battisti, già inserito la scorsa estate come consigliere di amministrazione in MPS Capital Service, iscritto al PD e di cui non esiste un profilo che ne comprovi le capacità manageriali e finanziarie per il posto che andrebbe ad occupare.
L’altro sarebbe Fulvio Mancuso, che i nostri lettori ricorderanno per un intervento come “componente dell’esecutivo comunale del PD di Siena” lo scorso 4 gennaio, in cui plaudiva alla delibera unanime del consiglio comunale del 29 novembre con il mandato unitario conferito a Ceccuzzi. Tra l’altro Mancuso è già stato piazzato in banca a crearsi un curriculum come membro del CdA di MPS Leasing & Factoring, visto che come docente dell’Università di Siena laureato in Giurisprudenza con la finanza sembra averci poco a che fare. Ed è lui il Mancuso dello studio associato Mancuso Picchianti Rosignoli, di cui fa parte Paola Rosignoli, già in Deputazione (le sue dimissioni dettero il via al pasticcio Panti) ed ora assessore nella giunta Ceccuzzi. Se così non fosse, pubblicheremo immediatamente smentita.
Come smentiti risulterebbero, da questa ricostruzione, la nomina di un componente femminile e lo spazio tradizionalmente riservato a membri dell’opposizione. Vedremo domani se il totonomine è vincente o piazzato al 50%. E mentre non ci viene detto chi avrebbe fatto le scelte dei nuovi candidati, il sindaco di Siena marcherà la sua discontinuità con la gestione della banca in scadenza, recandosi, nelle ore della riunione in Fondazione, a chiacchierare di cavalli da Palio con la stampa, alla Clinica veterinaria, dove passerà più tempo di quanto trascorso venerdì mattina alla Lizza.
Ogni cosa in base a un ordine di priorità, che diamine!