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Direttore responsabile Raffaella Zelia Ruscitto
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La Guardia di Finanza presenta i conti

Tutte le attività svolte nel corso del 2012

SIENA. La Guardia di Finanza ha presentato questa mattina (27 marzo) il resoconto dell’attività svolta nel 2012. La lotta all’elusione e all’evasione fiscale, il contrasto degli illeciti in materia di spesa pubblica e la tutela del mercato dei beni e dei servizi, del mercato dei capitali ed il contrasto alla criminalità organizzata sotto il profilo patrimoniale costituiscono gli obiettivi prioritari della missione di Polizia Economica e Finanziaria della Guardia di Finanza. Questi, in sintesi, i risultati dell’anno 2012, distinti per area di intervento, conseguiti dai Reparti del Comando Provinciale di Siena (Nucleo di Polizia Tributaria e Compagnia di Siena, Tenenze di Montepulciano e Poggibonsi, Brigata di Chiusi Scalo).

CONTRASTO ALL’EVASIONE FISCALE

Conformemente alle linee d’indirizzo fissate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze nella Direttiva Generale per I’azione amministrativa e la gestione per il 2012, i controlli sono stati graduati in ragione delle varie possibili forme di evasione. Si parte dall’omesso rilascio dello scontrino o della ricevuta fiscale fino alle verifiche complesse condotte col supporto di indagini finanziarie. Nel corso del 2012 sono stati eseguiti 586 interventi ispettivi che hanno messo in luce i seguenti risultati:

  • maggiori basi imponibili ai fini delle Imposte sui redditi per oltre 169 milioni di euro;

  • Iva dovuta/non versata per oltre 18 milioni di euro;

  • Rettifiche delle basi imponibili dichiarate ai fini IRAP per oltre 1,4 milioni di euro.

Nell’ampia gamma di evasioni scoperte dalle Fiamme Gialle Senesi nell’anno trascorso si evidenzia l’individuazione di una struttura ricettiva completamente abusiva. Il titolare, imprenditore britannico, aveva preso la residenza in Italia per ottenere agevolazioni per l’acquisto della prima casa, dimenticando di ottemperare agli obblighi fiscali connessi. In particolare il casolare in questione era adibito a “Casa Vacanza”. Il pagamento dei servizi avveniva su un conto corrente inglese. Il flusso di denaro ricostruito è stato quantificato in circa 200.000 euro che sono stati contestati al cittadino britannico – nel frattempo denunciato all’ A.G. per non aver ottemperato agli obblighi in materia di Pubblica Sicurezza – come reddito d’impresa non dichiarato in Italia.

Con riguardo alle indagini sui casi di evasione più grave, sono state denunciate all’Autorità Giudiziaria 76 persone per 82 delitti commessi per sfuggire all’applicazione delle imposte sui redditi e dell’IVA.

Sono state inoltre accertate fatturazioni per operazioni inesistenti (F.O.I.) per imponibili complessivi di oltre 22 milioni di euro.

Grazie alla costante attività di intelligence posta in essere (con l’ausilio delle banche dati in uso al Corpo nonché da specifica attività info-investigativa) – sono stati scoperti 66 soggetti completamente (61 “Evasori totali” – tra cui 16 nel settore “edilizio”, 13 nel settore di “servizi alle famiglie” e 5 nel settore “immobiliare”) o parzialmente (5 “Evasori paratotali” – distribuiti equamente nei settori professionali, dell’edilizia e del commercio) sconosciuti al fisco permettendo di recuperare soltanto in tale specifico settore oltre 16.700.000 euro tra maggiori basi imponibili constatate ai fini delle imposte sui redditi ed IVA dovuta/non versata. La punta dell’iceberg è rappresentata da 11 “evasori totali – pesi massimi” che hanno tentato di evadere più di 77.000 euro all’anno d’imposte sui redditi od IVA, andando così incontro a sanzioni penali da 1 a 3 anni di reclusione.

A livello nazionale la Guardia di Finanza ha intensificato nel 2012 il piano dei controlli del territorio volti al contrasto dell’evasione dei canoni di locazione immobiliare. L’attuazione di tali direttive nella provincia senese si è concretizzata nello sviluppo di 68 interventi, di cui 44 con esito irregolare (da tempo oggetto di una specifica attenzione e per il quale è stato costituito un apposito “pool” di militari specializzati), che hanno portato ad accertare “affitti in nero” riscossi e non dichiarati da proprietari di “seconde/terze case” che locavano posti letto a studenti universitari – stipulando con essi falsi contratti di comodato oppure non facendo alcun contratto scritto – incassando oltre 650.000 euro che sono stati ripresi a tassazione.

Particolare attenzione è stata rivolta agli studi professionali che, stando agli incroci delle banche dati in uso al Corpo con apposita attività d’intelligence eseguita, presentavano alti profili di potenziali irregolarità. Nel merito, sono stati effettuati 15 interventi con accessi, ispezioni e verifiche che hanno portato alla luce oltre 1,5 milioni di euro di maggiori redditi imponibili e di oltre 234.000 euro di IVA dovuta e non versata.

Si è proceduto ad analizzare la posizione fiscale di 13 lavoratrici domestiche straniere, prese in casa come “badanti” di persone anziane bisognose di assistenza; è emerso che le signore, pur percependo compensi superiori agli 8.000 euro annui, avevano tralasciato di presentare le dichiarazioni dei redditi, per cui non avevano pagato le imposte su oltre 400.000 euro complessive (in media, 34.000 euro a persona). L’effetto positivo scaturito da questi controlli è stato quello di innescare un processo di regolarizzazione a catena.

Il Comando Provinciale di Siena, così come avvenuto nel resto d’Italia, ha intensificato il controllo economico del territorio mediante piani coordinati d’intervento basati sull’impiego “a massa” di pattuglie con compiti trasversali, che spaziavano dalle verifiche degli obblighi strumentali in materia di scontrini e ricevute fiscali al contrasto all’abusivismo commerciale, dell’impiego di manodopera in nero od irregolare e contro la minuta vendita di prodotti con marchi contraffatti o merce pericolosa per la sicurezza dei consumatori. Tali interventi hanno permesso di:

  • l’individuare di n. 26 lavoratori completamente in nero, n. 13 lavoratori irregolari con la conseguente verbalizzazione di n. 22 datori di lavoro per impiego di lavoratori in nero/irregolari. Le ritenute non operatore e/o non versate ammontano ad oltre 1 milione di euro;

  • controllare:

  • gli obblighi strumentali (scontrini e ricevute fiscali), sia nei confronti delle normali attività commerciali nonché ai resort, bed and breakfast, centri benessere ed agriturismi. L’attività esperita in tutto il territorio della provincia ha sortito la rilevazione di un incremento sostanziale delle violazioni;

  • il gioco illegale, la sicurezza del gioco e la tutela dei minori. Nello specifico,sono stati effettuati n. 6 piani e controllati complessivamente n. 107 esercizi;

  • gli impianti di distribuzione stradale di carburanti, mirati al rispetto degli obblighi di corretta e trasparente informazione all’utenza sui prezzi praticati alla pompa e quelli pubblicizzati nei cartelloni stradali. Nello specifico, sono stati effettuati n. 3 piani e controllati complessivamente n. 67 distributori stradali.

Questi interventi, ispirati a canoni di sobrietà e sistematicità nel tempo, hanno permesso di registrare un incremento preoccupante d’illegalità diffusa, in quanto l’acuirsi della recessione economica nel 2012 ha coinciso con un innalzamento:

. del tasso di lavoro nero individuato e la conseguente verbalizzazione dei datori di lavoro per l’impiego di lavoratori in nero/irregolari;

. della propensione dei piccoli artigiani e commercianti a non ottemperare agli obblighi di certificazione dei corrispettivi; più nel dettaglio, l’attività di controllo nei confronti degli esercenti commerciali soggetti agli obblighi strumentali si è estrinsecata in 2.745 i controlli eseguiti, rilevando 606 irregolarità (oltre il 22% del totale).

Si evidenziano segni inequivocabili di una maggiore collaborazione dei cittadini nei confronti del rispetto delle regole e la lotta all’illegalità. Infatti, le segnalazioni al numero di pubblica utilità 117 per presunte violazioni sono aumentate vertiginosamente passando dalle 61 del 2011 alle 151 del 2012 (+ 248%), con un trend di proficuità sempre più alto.


SPESA PUBBLICA

Sono stati effettuati 80 controlli nei confronti di beneficiari di “prestazioni sociali agevolate” con la rilevazione di n. 44 violazioni (in relazione alla veridicità dei dati contenuti nelle autocertificazioni) presentate da vari soggetti, per l’ottenimento di benefici e/o ausili economici.

Deferite a piede libero all’Autorità Giudiziaria n. 52 persone.

Sono state altresì denunciate complessivamente 23 persone nell’ambito di accertamenti sulla corretta gestione ed utilizzo di risorse finanziare pubbliche. A seguito di tali indagini, sono stati segnalati alla Procura Regionale per la Toscana della Corte dei Conti, danni erariali per oltre 57 milioni di euro.

In tale contesto si evidenziano i seguenti servizi effettuati nei confronti:

  • del titolare di un’azienda agricola con sede in Sinalunga (SI), che nel novembre 2011 ha percepito euro 40.000 quale contributo comunitario istituito con il Reg. (CE) n. 1698 del 20 settembre 2005 “sostegno allo Sviluppo Rurale da parte del Fondo Europeo Agricolo per Io Sviluppo Rurale (FEASR)”, teso a favorire il primo inserimento dei giovani in agricoltura. Dagli accertamenti eseguiti e conclusi in data 14/09/2012, è emerso che il medesimo imprenditore agricolo, nella iniziale domanda di finanziamento ha falsamente dichiarato di non aver mai posseduto in precedenza la partita iva come produttore agricolo e, conseguentemente, ha indebitamente percepito l’importo totale di €. 40.000,00 assegnato dalla Provincia di Arezzo – Ufficio Politiche Agricole, pagato da ARTEA in data 24.11.2009 con decreto 744/2009 del 29.09.2009 e stanziato dall’Ente Comunitario FEASR, rendendosi quindi responsabile della violazione di cui agli artt. 2 e 3 della L. 898/86;

  • di un medico di Poggibonsi che è stato deferito alla locale Procura della Repubblica per la violazione dell’art. 316 ter del C.P.. Nello specifico era stato accertato che la professionista, contestualmente alla frequenza del corso di formazione in medicina generale di cui al D.M. 11.09.2003, indetto dalla regione toscana, aveva svolto attività libero professionale incompatibile con la frequenza del citato corso. Ottenuta l’autorizzazione da parte del P.M. inquirente, si e’ proceduto a segnalare il predetto soggetto alla Procura Regionale della Corte dei Conti per la Toscana per la valutazione della eventuale responsabilità amministrativa per procurato danno erariale, per l’importo totale di € 29.008,80, corrispondente alla borsa di studio indebitamente percepita negli anni 2004, 2005 e 2006;

  • a seguito della reintegrazione nelle sue funzioni di un dipendente comunale che, in precedenza, si era visto costretto a dimettersi a causa dei continui ostacoli creati nei suoi riguardi dall’Amministrazione Comunale, sono stati segnalati all’A.G. contabile nr. 4 responsabili del predetto comune, per un danno erariale quantificabile in €. 207.941,43, costituito dalle somme che il Comune si è visto costretto a riconoscere al dipendente per emolumenti non corrisposti e contributi non versati riconducibili al periodo della sua assenza;

 

– in esito ad attività di polizia giudiziaria delegata è stato accertato che i componenti della Giunta comunale in carica all’epoca dei fatti (anno 2006), il Segretario Comunale e il precedente Dirigente dell’Area Tecnica di un Comune, hanno arrecato un danno erariale allo stesso Ente per avere deliberato la locazione di un immobile, con opzione di acquisto, in carenza della necessaria attività istruttoria e in assenza delle dovute valutazioni relative alla effettiva necessità e alla congruità del prezzo dell’operazione da concludere.

Conseguentemente si è proceduto a segnalare all’A.G. contabile nr. 9 responsabili del predetto comune per un danno erariale arrecato al Comune quantificabile in oltre 403.000 euro;

  • un medico oculista che lavorava presso la A.S.L. 7 e l’INAIL di Siena, utilizzando certificati di malattia attestanti l’esigenza di riposo per lunghi periodi di tempo che però non le impediva di effettuare in media 10 visite al giorno nel suo studio privato, a pagamento. Il danno erariale segnalato alla Corte dei Conti ammonta complessivamente ad oltre 18.800 euro;

  • su delega dalla Procura Regionale per la Toscana della Corte dei Conti è stata accertato la sussistenza di profili di danno erariale derivanti dal ritardato versamento, da parte di un Consorzio denominato Comunità ATO (Ambito Territoriale Ottimo), dei contributi previdenziali ed assistenziali relativi ad un componente del Consiglio di Amministrazione della medesima istituzione locale, nominato Consigliere di Amministrazione del Consorzio, per il periodo dal 14/12/1999 al 14/06/2004.

A seguito di un ritardato versamento dei contributi, il Consorzio ATO si è visto notificare una cartella esattoriale dall’INPS, per €. 20.531, cifra costituita dalla somma delle sanzioni e degli interessi per i ritardati versamenti dei contributi annuali a lui inerenti. Per quanto sopra, 3 responsabili del citato Consorzio sono stati segnalati all’A.G. contabile per un danno erariale quantificabile in oltre 20.000 euro.

POLIZIA ECONOMICA E CONTROLLO DEL TERRITORIO

Nell’ambito della polizia economica sono state approfondite nr. 30 segnalazioni di operazioni sospette pervenute dal mondo bancario, condotte 6 ispezioni antiriciclaggio che hanno portato alla denuncia di 5 soggetti. Effettuati anche 4 accertamenti patrimoniali nei confronti di soggetti, residenti in provincia, sospettati di appartenere alla criminalità organizzata.

In tema di polizia ambientale, sono state individuate, a seguito di specifiche attività di controllo economico del territorio:

  • un’area di 1400 mq. circa, situata nel comune di Colle di Val d’Elsa (SI), adibita a discarica abusiva a cielo aperto. Sono state sequestrate svariate attrezzature e materiale agricolo ed edilizio in disuso e/o arrugginito, materiale edilizio di risulta, n. 13 pneumatici, n. 7 cisterne di ferro arrugginito, n. 16 pali (del tipo per linee elettriche aeree), n. 3 anelli da pozzo in cemento in cattivo stato di conservazione, n. 1 silos per mangimi arrugginito, n. 1 cisterna in cemento amianto e n. 2 camion in disuso. L’attività di servizio, scaturita da autonoma attività info-investigativa, portava alla denuncia all’autorità giudiziaria di nr. 1 soggetto responsabile;

  • un’area di 3000 mq. circa, situata nel comune di Colle di Val d’Elsa (SI), adibita a discarica abusiva a cielo aperto. Sono state sequestrate svariate attrezzature e materiale edilizio in disuso e/o arrugginito, consistente materiale edilizio di risulta e ferroso arrugginito, n. 2 pneumatici, Kg 500 ca. di lastre, tubi e cisterne in cemento amianto, Kg. 50 ca. di vernici e relativo contenitore, n. 18 bombole per gas, n. 5 accumulatori elettrici, n. 10 elettrodomestici e n. 1 autovettura;

E’ stata intensificata l’attività sul fronte delle frodi in commercio, con particolare riguardo alla lotta al fenomeno della contraffazione e tutela del Made in Italy, sempre più dilagante in un mercato locale che vede l’immissione di nuovi prodotti contraffatti distribuiti nei circuiti commerciali per lo più da aziende gestite da extracomunitari ma anche da soggetti locali, che, oltretutto, non si fanno scrupoli nel vendere anche prodotti potenzialmente nocivi per la salute pubblica.

Nel merito, sul fronte:

  • dei marchi contraffatti, sono stati effettuati 37 interventi che hanno portato al sequestro di n. 126.691 capi di abbigliamento e accessori, m² 1248 di tessuto, n. 1.126 prodotti ceramici e n. 2 pezzi di materiale informatico;

  • di prodotti potenzialmente nocivi per la salute pubblica, sono stati sottoposti a sequestro n. 189 giocattoli, n. 2.669 apparecchi e componenti elettronici, n. 296 medicinali e prodotti cosmetici, € 32.751 di bigiotteria e n. 640 prodotti in gomma;

  • dei Diritti d’Autore, sono stati sequestrati n. 38 libri, e n. 77 programmi software.

Denunciati complessivamente all’Autorità Giudiziaria n. 33 responsabili e verbalizzati ai fini amministrativi n. 4 soggetti.

Tra i servizi effettuati si evidenzia la scoperta di un laboratorio artigianale in Piancastagnaio ove si producevano e commercializzavano numerosi articoli contraffatti tra borse, portafogli, custodie per borse, portachiavi, cinture, agende portatessera e porta cellulari.

Sequestrati 2858 articoli di pelletteria, 436 mq di stoffa, 138 mq di pelle e 584 mq di fodera, per un totale di 1158 mq di materiale tutto rigorosamente stampato con i marchi delle maggiori case di moda nazionali ed estere.

Tutta la merce rinvenuta, del valore di circa 100.000 euro, è stata posta sotto sequestro e i 2 soggetti titolari del laboratorio sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Montepulciano per il reato di contraffazione o uso di segni distintivi di prodotti industriali.

In materia di frode in commercio, si evidenzia che nel corso della verifica fiscale condotta nei confronti dell’Azienda Olearia Valpesana S.p.A., con sede e stabilimento in Castellina Scalo nel Comune di Monteriggioni (SI) sono stati rinvenuti – nel laboratorio chimico dell’azienda – alcuni quaderni manoscritti riportanti annotazioni di “tagli” di oli diversi e “distinte base” sulle quali erano indicate, in codice, le istruzioni per l’ottenimento di masse di olio rivendicate come extra vergine d’oliva. Venivano così ottenute vere e proprie miscele utilizzando materie prime di origine greca e spagnola in percentuali talvolta pari al 30-40%. Il prodotto finale (ottenuto attraverso i due sistemi di frode) veniva rivenduto allo stato sfuso ad una serie di importanti aziende imbottigliatrici – ubicate in diverse regioni italiane – tra le più importanti a livello nazionale, che provvedevano al successivo confezionamento e cessione alle catene della grande distribuzione sul territorio nazionale ed estero. In taluni altri casi il prodotto era destinato direttamente ad aziende confezionatrici operanti all’estero. Sono state sequestrate oltre 8.174 tonnellate di olio di oliva (valore del sequestro: 18.632.000 euro) e sono stati individuati nr. 16 responsabili, dei quali nr. 07 sono stati sottoposti a misure cautelari – n. 5 agli arresti domiciliari e n. 02 con obbligo di presentazione alla PG – e n. 9 denunciati a piede libero.

Da rilevare inoltre:

  • l’arresto di un cittadino sinalunghese per truffa aggravata ai danni di una coppia romana. Il truffatore è stato colto in flagranza mentre si faceva consegnare dai suddetti coniugi la somma di euro 11.500, quale ultima rata di un presunto mutuo di euro 100.000, contratto per evitare il pignoramento di alcuni immobili di loro proprietà. L’Autorità Giudiziaria ha autorizzato le indagini patrimoniali richieste dalla dipendente Tenenza di Montepulciano, finalizzate all’applicazione delle misure di prevenzione a carattere patrimoniale ai sensi dell’art. 19 del D.Lgs. 159/2011. Nel comunicare all’A.G. le risultanze delle indagini eseguite, veniva prospettata l’opportunità di richiedere al competente Tribunale l’emissione del provvedimento d’urgenza di cui all’art. 22 del D.Lgs. 159/2011. Le motivazioni poste a base della richiesta venivano accolte dal Tribunale di Siena che emetteva decreto di sequestro su alcuni beni riconducibili al soggetto arrestato seppur intestati a terze persone.

I beni complessivamente sequestrati/confiscati ammontano ad oltre 141.000 euro;

  • l’individuazione e la denuncia di due soggetti campani resisi responsabili dell’incasso in frode di numerosi assegni provento di furto. Il servizio nasce dall’approfondimento di accertamenti finalizzati alla prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio, in particolare, le fiamme gialle senesi hanno scoperto che questi soggetti, cosiddetti cambisti, dopo essersi procurati dei documenti contraffatti (carte di identità, tessere sanitarie e codici fiscali) si presentavano in diverse filiali di istituti di credito, delle quali quattro ubicate in Siena, quattro ad Arezzo e provincia ed una a Firenze, per aprire dei conti correnti sui quali versavano assegni sottratti dal circuito postale, per poi prelevarne il corrispettivo in contanti, ovviamente prima che i reali beneficiari si accorgessero del furto. I titoli di credito incassati provenivano, in larga parte, da società assicurative, per liquidazioni di danni, e da enti previdenziali. Lo sviluppo degli accertamenti – consistiti nell’acquisizione ed analisi della documentazione bancaria, rilevamenti presso gli Uffici Anagrafe dei Comuni ai quali erano riconducibili le carte d’identità utilizzate per l’apertura dei conti correnti e numerosi controlli incrociati – ha fatto subito emergere che il personaggio in questione, attraverso svariate false identità, aveva aperto diversi conti correnti presso una serie di banche, incassando decine di assegni, tutti risultati rubati. Incrociando i dati e le informazioni raccolte con l’analisi dei contatti telefonici dell’anonimo truffatore, intercorsi sia con gli istituti di credito che con altri soggetti, è stato possibile individuare altre persone, tra cui una donna, che hanno fattivamente partecipato all’incasso fraudolento dei titoli. Sono stati così portati alla luce, complessivamente, 11 casi di truffa perpetrati nei confronti di Enti Previdenziali e varie società di assicurazione, che hanno dovuto reintegrare le somme illecitamente sottratte, per un danno ammontante a circa 100.000 euro;

  • il deferimento all’A.G. di un sub agente di una nota agenzia assicuratrice operante nella provincia, il quale si è appropriato indebitamente di diverse decine di migliaia di euro a danno della casa madre;

  • la scoperta di una vera ladra professionista camuffata negli abiti di una operaia in lavanderia. Cittadina italiana ma di nascita rumena, faceva la stiratrice stagionale presso una nota lavanderia industriale della zona e, contestualmente, si occupava di sottrarre quanta più merce possibile dai magazzini dell’azienda e con rara abilità atteso che non è stata mai presentata denuncia. L’appartamento in cui viveva la signora era stato completamente occupato da questo “magazzino” abusivo; infatti la biancheria sequestrata ammonta quasi a 32 quintali, per un totale di 12.974 pezzi, tanto da occupare più vani dello stesso. Approfittando del know-how acquisito, l’abile stiratrice riconfezionava la biancheria, poi sequestrata, creando dei veri e propri set da rivendere nella propria terra di origine. Orientativamente, il danno economico causato alla lavanderia ammonta a circa a 35.000 euro senza considerare il lucro cessante che questo grave furto ha causato a questa importante azienda della zona. La signora è stata denunciata a piede libero per furto aggravato e la merce è stata restituita alla lavanderia.

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