Premettiamo che nella nota veniva posto il beneficio del dubbio e che la stessa sottolineava in maniera chiara la presenza nel nostro ospedale di professionisti di alto livello.
Sappiamo di avere una struttura di intensiva neonatale e volevamo capire se è adeguato al fabbisogno e se si evidenzia una carenza rispetto alla pediatrica. Non c’è, conseguenzialmente, nessun intento di sottrarre posti alla neonatale, ma, se necessario, di aggiungerne alla pediatrica.
Tuttavia, pur non essendo nostra intenzione alimentare polemiche che non portano da nessuna parte, rileviamo che la risposta fornita non è propriamente esaustiva.
Vorremmo, pertanto, evidenziare quanto segue:
1) prendendo atto dell’esistenza di un reparto di intensiva neonatale, non ci è dato sapere quanti sono i posti a disposizione e quali sono, invece, quelli invece previsti come fabbisogno;
2) abbiamo scoperto che un neonato sta in una culla, ma presumiamo che anche un bimbo di un anno debba stare in una culla per ragioni di dimensioni morfologiche;
3) nella risposta ci viene detto che esiste un letto di intensiva pediatrica, ma non è stato precisato qual è il fabbisogno standard per cui deduciamo che il fabbisogno sia di 1 posto;
4) circa la sottolineatura che piccoli pazienti con necessità particolari possano andare al Mayer o anche altrove, non possiamo omettere di rilevare che questo avviene per qualsiasi paziente.
Ribadiamo che, a seguito delle segnalazioni ricevute, il nostro unico interesse era ed è quello di capire se esistono eventuali carenze, che non potrebbero certo essere imputate agli operatori, e se sono possibili interventi migliorativi. Poiché la risposta aziendale non mette in evidenzia criticità, dobbiamo dedurre che il piccolo paziente (o meglio i suoi genitori) che dal suo paese è stato trasportato direttamente al Meyer è stato vittima di un cortocircuito di informazioni?
Ciò che desideriamo e che crediamo sia un compito anche della politica, è assicurare ai cittadini del nostro territorio un’assistenza sanitaria all’altezza delle nostre potenzialità e tradizioni evitando interventi, purtroppo non nuovi, che tendono a centralizzare molta sanità verso il capoluogo di regione.