La Reuters attribuisce al PD la volontà di alienare il Monte da Siena
di Red
SIENA. Riferisce la Reuters che un “esponente del PD nazionale, che non vuole essere citato” ha affermato che “Ci vuole qualcuno che sia in grado di togliere la banca dalle secche del localismo. C’è chi a Siena l’ha capito e sta lavorando per questo”. Sanno tutti che all’epoca dell’acquisizione Antonveneta le staffette di Giuseppe Mussari a Roma erano all’ordine del giorno, visto che la conduzione della precedente acquisizione della banca 121 “fatta in casa” non era piaciuta al partito (e per la verità nemmeno ai senesi).
E che la candidatura Profumo non sia nata tra le lastre è un dubbio che è venuto a molti, come poi le discussioni tra le componenti del PD hanno confermato: le avrebbero fatte prima di far trapelare il nome al grande pubblico. Profumo sarebbe stato imposto al sindaco di Siena come probabilmente la gran parte delle scelte che Mancini ha eseguito, come dal presidente della Fondazione ammesso. Alla faccia della sbandierata senesità.
E dopo averci sfasciato il giocattolo, se lo vogliono pure portare via: “Per il Partito democratico – chiosa l’agenzia di stampa – il prossimo presidente del Montepaschi ha già un profilo definito e una missione chiara. Deve avere la forza di far uscire la banca da logiche localistiche e poi accompagnarne la crescita strategica con un nuovo socio, come può essere la Bnl”.
Profumo? “E’ sicuramente una persona che potrebbe essere funzionale a questo progetto. E c’è da chiedersi piuttosto come mai ancora non abbia trovato una collocazione”, dice la fonte. Forse un rinvio a giudizio, nell’Italia del nuovo millennio, non è un motivo sufficiente. Forse aver distrutto valore negli anni di conduzione dell’Unicredit, come qualcun altro si ritiene abbia fatto a Siena, non è motivo sufficiente: non è polemica, questo è quello che pensano e dicono nei capannelli di Banchi di Sopra e nelle riunioni dei piccoli azionisti che cercano con difficoltà di organizzarsi.
Quindi dopo il direttore generale, anche il presidente dovrà essere uno “di fuori” per accelerare l’esproprio. E’ vero che nello statuto della Fondazione, all’articolo 3, c’è scritto di garantire che “almeno la maggioranza dei membri ed il presidente del Consiglio di amministrazione della Banca Monte dei Paschi di Siena spa siano scelti tra persone domiciliate nel comune o nella provincia di Siena”.
Quando l’Eba avrà stabilito che tutto il can can del buffer temporaneo era solo uno sketch di “Scherzi a parte” e bastava aspettare che la Grecia decidesse di sacrificarsi per tutti per rimettere le cose a posto, scopriremo che invece la svendita e l’esproprio di banca MPS da Siena sarà stata non temporanea, ma definitiva. Se occorre un buon motivo per scioperare, il 16 marzo dovrebbe scioperare, assieme ai dipendenti della banca, tutta la città: serrandegiù, camera di commercio in fibrillazione, cortei di studenti, ecc ecc: son finite anche le briciole. Giovedì il CdA di Rocca Salimbeni ha stabilito che il 28 aprile ci sarà l’assemblea che rinnoverà la governance della banca.