Presentato ufficialmente il reperto ritrovato negli anni '70
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di Annalisa Coppolaro
MURLO. Bell’ evento di archeologia sabato (17 settembre) presso l’Antiquarium di Poggio Civitate, per la presentazione ufficiale del restauro del bacile bronzeo ritrovato presso l’insediamento di Piano del Tesoro negli anni ’70. Il bacile è stato presentato dalla restauratrice di Murlo Emilia Muzzi, che ha illustrato tutte le tappe del suo lavoro, realizzato con l’intervento della Fondazione Musei Senesi e con il contributo della Fondazione MPS. Il bacile torna adesso nelle vetrine del Museo Etrusco, ed è stato anche un’occasione per la Fondazione Musei Senesi , presente nella figura del suo presidente Gianni Resti, di fare un percorso tra le ricchezze del network dei 43 musei della rete museale senese. Proprio in questi giorni il Telegraph, grande testata britannica, ha pubblicato i risultati di un sondaggio tra gli inglesi relativo ai piccoli musei preferiti dagli inglesi, eleggendo il Museo di Palazzo Corboli ad Asciano come quello più amato in assoluto. ‘’Bisogna indignarsi – ha detto con forza Resti – quando le già poche risorse destinate alla cultura vengono dilapidate, e fare in modo che vengano usate al meglio. Teniamo sempre presente che il nostro lavoro è apprezzato all’estero, e che abbiamo aperto rapporti di lavoro con ben 250 persone che lavorano con la rete museale senese. Siamo orgogliosi di questo e dobbiamo tenere duro nonostante i tagli imposti dal governo, perché l’arte nella nostra provincia è ammirata da tutti nel mondo, anche nelle realtà piccole come Murlo e Sarteano, di grandissima qualità’’.
Presenti alla serata anche il presidente del Museo etrusco di Murlo Filippo Cenni, l’assessore alla cultura Emilio Giuggioli, che hanno sottolineato il grande valore del lavoro di restauro del reperto in bronzo che racconta la ricchissima storia dell’insediamento etrusco di Murlo. Il Comune di Murlo era anche rappresentato dalla vicesindaco Paola Brocchi. Quindi per la Soprintendenza ai Beni archeologici della Toscana è intervenuta Silvia Goggioli, che insieme alla restauratrice Emilia Muzzi ha illustrato con diapositive il passaggio del bacile bronzeo da pressoché illeggibile a oggetto fruibile in tutta la sua importanza. I bacili infatti sono rappresentati anche nelle lastre fittili dei banchetti e delle feste etrusche, e quello di Murlo, che ha anche un ‘’fratello’’ in attesa di restauro, rappresenta un fantastico esempio di questo genere. Le fasi del lavoro della restauratrice hanno tra l’altro evidenziato restauri antichissimi già eseguiti nel bacile, segno evidente che il suo ruolo nella vita e sulla tavola degli etruschi era importante. Negli interventi della serata è poi stato evidenziata la possibilità di aprire un centro di restauro proprio a Murlo, grazie alla presenza di scavi archeologici da oltre 40 anni che riportano alla luce ogni anno grandissimi reperti. Insieme al lebete è anche stata peraltro ritrovata un’ascia, forse usata per tagliare la carne, anch’essa restaurata, del tipo con immanicatura a cartoccio, il cui manico è andato perduto nell’incendio che distrusse l’edificio, come dimostrano i carboni trovati presso i due importanti oggetti restaurati.