Il Cda del 1° febbraio dovrà certificare i mutamenti azionari e parlare del piano Eba di Viola
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di Red
SIENA. Francesco Gaetano Caltagirone ha venduto gran parte delle sue azioni MPS, ma il titolo – invece di scendere – è risalito verso la soglia indispensabile di 0,30 euro. Indispensabile per la Fondazione ed il suo sanguinoso covenant. A fine gennaio il costruttore romano sarebbe rimasto con una partecipazione inferiore all’1%: in totale in questi giorni il Corriere della Sera afferma che è passato di mano ben il 25% delle azioni della banca senese. Dove si siano fermate nessun lo sa, ma sono partite le prime indiscrezioni. A cominciare da Sator di Matteo Arpe, che già è stato a Siena a provare la poltrona, ma ha i suoi guai (modello Caltagirone), che gli impedirebbero di sedere nel consiglio di amministrazione, e ha fatto sapere che non è vero nulla. Poi spunta fuori il fondo Clessidra, che nega di tutto e di più attraverso un portavoce. Si parla ora dei fondi chiamati Fidelity, Rothschild e Vanguard, che avrebbero raccolto circa l’1% del capitale passato di mano dopo il 20 gennaio.
Domani ci sarà, neve permettendo, un consiglio di amministrazione in Rocca Salimbeni. All’ordine del giorno – cassata la discussione sul reintegro di Caltagirone – ci sarà quella sulla nomina del successore, anche se rimarrà in carica solo tre mesi, fino al rinnovo già previsto. L’industriale della capitale contratterà la nomina? Che senso avrebbe?
Si parlerà anche delle finora segretissime impressioni che ha avuto la Banca d’Italia dopo la presentazione del piano Viola. Sempre il Corriere della Sera parla di indiscrezioni che avanzerebbero qualche riserva sulla bontà del piano. Certo che fare piani seri e credibili, oltre che logici, è abbastanza difficile per chiunque, se l’Eba non chiarisce definitivamente il valore reale dei titoli di stato italiani che MPS detiene. I paradossi legali: mentre la Fondazione non è costretta dalla legge a quantificare le minusvalenze sul proprio portafoglio (evitando di evidenziare così le perdite miliardarie frutto della pessima gestione), la banca dovrebbe portare a perdita le fluttuazioni odierne, che rappresentano, secondo l’Eba, le ipotetiche perdite per titoli di stato in scadenza fra una decina di anni o poco meno, necessitando perciò di una ricapitalizzazione o buffer che viene chiamato “temporaneo” per non declassare irrimediabilmente il paese che ha emesso i BTp. Una bizzarra decisione politica impone l’aumento di capitale su titoli che domani potrebbero rendere, se il mercato si orienterà diversamente, miliardi di euro di guadagni (visti i tassi d’interesse odierni favorevolissimi a chi investe) a chi oggi entra nel capitale di MPS a prezzi stracciati. Ovviamente il mercato in futuro si orienterà differentemente. Il sindaco di Siena ha rilasciato una intervista a Radiocor in cui ha affermato essere in arrivo delle misteriose “discontinuità importanti”. Lodando Fabrizio Viola e “un’apertura a logiche di efficienza e di mercato che sono molto importanti e che speriamo possano dare grandi risultati”. Chi visse sperando…