Cia Siena: pecore e bovini senza scampo, gli allevatori esasperati chiedono catture
SIENA. I lupi sono ormai arrivati alla porta di casa e per gli allevamenti di bovini ed ovini non c’è scampo. Una vera e propria mattanza che dura, con regolarità, da un anno e mezzo. La disperazione ed il sarcasmo degli allevatori: “Saremo costretti a chiudere, se non si trovano soluzioni, i lupi mangeranno anche noi”.
Assalti continui a greggi di pecore e allevamenti bovini, anche a mucche di grandi dimensioni. Anche negli ultimi giorni. Siamo a Radicofani, zona vocata agli allevamenti ovini e bovini, in Val d’Orcia. Ma la situazione è simile in gran parte della provincia di Siena, ed è una situazione non più sostenibile. A sottolinearlo è la Cia Agricoltori Italiani di Siena, dopo gli ultimi assalti dei giorni scorsi, appunto, ad allevamenti di bovini e di pecore.
“La situazione in provincia di Siena è ormai fuori controllo – sottolinea Federico Taddei, presidente Cia Siena-. Non c’è più tempo da perdere: occorre che politica ed istituzioni prendano coscienza della situazione e si arrivi ad interventi risolutivi, in grado di riportare la presenza del lupo nei nostri territori a quella di anni fa, quando era ancora sostenibile”.
Valentino Ciacci (dell’azienda Ghino di Tacco), che condivide con il fratello Claudio il lavoro di allevatore (az. San Giacomo), è arrivato allo stremo. In totale hanno 80 bovini adulti più i vitelli e circa 850 capi di ovini, il cui latte ricavato viene venduto ai caseifici in Val d’Orcia.
“Ho trovato 6 vacche adulte sbranate nelle ultime settimane – dice Valentino Ciacci -.; i vitelli dispersi non si contano ormai più, troviamo qualche brandello nei campi. E poi le pecore: ogni settimana ne contiamo 2-3 uccise da un anno e mezzo, perdiamo il latte e aumentano gli aborti causati dallo spavento. Siamo disperati, è ormai impossibile continuare ad allevare – aggiunge Ciacci -. E’ impossibile difendere gli animali dall’assalto dei lupi; ho i pastori maremmani per difesa ma non possono fare granché. Un tempo gli assalti avvenivano solo di notte, oggi a tutte le ore del giorno e con gli animali allo stato brado è impossibile salvarli dai lupi che arrivano fino a dentro Radicofani, nei giardini delle case. E’ stato avvistato un branco di 13 lupi. La gente ha paura. Noi chiediamo che vengano fatte catture, visto che al lupo non si può sparare e che non viene data la possibile agli agricoltori di potersi difendere nella propria azienda come avviene per i cinghiali. Così, però, non possiamo andare avanti”.
Una situazione simile ad altri nella stessa zona. “Gli allevatori – aggiunge Roberto Bartolini, direttore Cia Siena – sono esasperati; scoraggiati e stufi di vedere perdere il frutto del loro duro lavoro. Si rischia la chiusura degli allevamenti ed anche il conseguente abbandono dei territori, con danni ambientali, economici ed occupazionali”.