I rumors offrono chiavi di lettura variegate per la crisi del "Sistema Siena"
di Red
SIENA. Non attendono l’esito del CdA odierno di banca MPS, l’incontro di domani con Banca d’Italia, figuriamoci i prossimi impegni di confronto con l’Eba. Secondo quanto possiamo leggere stamattina in un articolo web sul Financial Times le autorità di vigilanza europee sarebbero convinte che MPS e la tedesca Commerzbank non riusciranno a mettere a punto dei credibili piani che possano evitare la bocciatura sul deficit di capitale entro domani. I funzionari interrogati dal quotidiano inglese hanno dichiarato che “sembra inevitabile” una nuova iniezione di fondi statali per le due banche, diventando di fatto nazionalizzate, parzialmente o in toto. Sappiamo che gli stress test di dicembre hanno indicato per i due istituti nell’occhio del ciclone un deficit di 3,267 miliardi di euro per MPS e di 5,3 miliardi per Commerzbank. Le due banche non hanno commentato in queste ore la notizia, ribadendo di essere in grado di fare da sole, come Fabrizio Viola, Dg italiano, ed Eric Strutz, Cfo tedesco, avevano già comunicato utilizzando altri strumenti.
Commerzbank è di fatto in parte pubblica, perché il 25% della proprietà è in mano al governo tedesco. L’istituto punta a trattenere gli utili, limitare i prestiti, vendere asset e gestire capitale. Analoghe misure sono in approvazione nel CdA di Rocca Salimbeni proprio in queste ore: accordi di joint venture per Consum.it, vendita di immobili, cessione di asset e conversione di 1,1 miliardi di titoli ibridi in capitale. L’intervento ipotizzato di Cassa Depositi e Prestiti, sia diretto che attraverso la principale azionista Fondazione MPS, equivale di fatto a una parziale nazionalizzazione. Una misura estrema, che permetterebbe al potere politico, che già gestisce di fatto la banca attraverso le nomine nella deputazione di Palazzo Sansedoni, di continuare a mantenere la presa.
In campo nazionale, La Stampa si è fatta bene i conti ed è giunta alla conclusione che “l’omonima Fondazione ha il 48,8% delle azioni della banca. Ma solo sulla carta, perché almeno il 40% è in pegno al sistema creditizio”. Arriva ad ipotizzare un intervento di soccorso di altre Fondazioni, segnatamente Crt e Cariplo. Una idea che aveva lanciato l’ex sindaco di Siena, Pierluigi Piccini e che aveva fatto il giro di granparte della stampa nazionale che aveva parlato della grave situazione di Mps. Ipotesi avvalorata, quindi, e ritenuta valida se se ne torna a parlare come una strada percorribile ed anzi quasi già intrapresa.
La domanda è rivolta a queste Fondazioni… Con quale prospettiva di reddito investire nella consorella senese? Se le azioni di Viola avranno successo non possiamo essere sicuri che la redditività di MPS torni copiosa, ma di certo il Dg ha già avvertito che essa non darebbe spazi alla divisione di utili. Vallo a spiegare in altri territori più attenti alla gestione delle cose pubbliche. Paradossalmente sono proprio Sansedoni Spa, Fontanafredda, il 2,5% di Cassa Depositi e Prestiti, il 5,6% di F2i, l’1% in Sator e Clessidra gli investimenti fatti, se ben amministrati, che potrebbero dare utili nel prossimo futuro, non le azioni del Monte, di cui in ogni caso si diluirà la quota posseduta.
Forse queste ultime, se vendute “con furbizia”, con per esempio un premio di valorizzazione se il titolo dovesse avere una certa performance positiva in virtù dell’abbandono della maggioranza assoluta potrebbero dare qualche soddisfazione.
Ci sembra necessario e utile per il bene della città dare un consiglio a chi ha comprato Antonveneta senza una due diligence e senza controllare bene cosa ci veniva sbolognato. Visto che a una “tensione morale” che consigli di lasciare la poltrona non ci si pensa per nulla.
Il presidente dell’Abi Giuseppe Mussari ha confermato, al Sole 24 Ore, che dopo tanto abbaiare contro l’Eba “al momento non c’è alcuna azione legale”. Tuttavia l’Abi si attende, dal summit che i capi di stato europei avranno a marzo, una modifica sostanziale dei criteri applicati dall’Eba per il calcolo dei buffer, capitale aggiuntivo necessario per rinforzare i propri ratios. Marzo è lontano, la presentazione delle misure è domani 20 gennaio: che non sia già troppo tardi?