SIENA. Da Sena Civitas riceviamo e pubblichiamo.
“I problemi di oggi del Siena Calcio sono soprattutto i problemi di ieri. Il dibattito che si è acceso intorno alla Società bianconera, alimentato da una serie di discutibili prese di posizione da parte dell’attuale assessore allo Sport Paolo Benini, è la naturale conseguenza di tutti i dubbi che Sena Civitas aveva manifestato sin dal 2020, quando il sindaco Luigi De Mossi consegnò il titolo sportivo alla proprietà armena, anziché al Gruppo Fedeli.
La scelta fu condizionata dall’accettazione di un diktat comunale ai nuovi soci: eseguire i lavori di consolidamento dello stadio “Franchi” per una spesa di oltre 1,2 milioni di euro e accollarsi anche tutti i costi ordinari e straordinari della struttura e dell’area circostante, nonostante il Siena Calcio usufruisca dello stadio soltanto per 19 partite (quindi 19 giorni) a stagione.
Ciò che emerge, ad oggi, è che i lavori previsti quali condizione principale per l’assegnazione del titolo sportivo non sono mai stati eseguiti e che, a quanto ci risulta, gli interventi ordinari e straordinari necessari in alcune aree del “Franchi” sono stati compiuti soltanto l’estate scorsa dall’attuale proprietà e non dagli armeni.
E’ pertanto evidente che la scelta del 2020 è stata pesantemente sbagliata e dettata non da una programmazione sportiva e aziendale adatta ad una Società professionistica e di alto blasone come il Siena, ma da finalità che andavano al di là dello sport, che sfruttavano il Siena Calcio per altri obiettivi e che guardavano principalmente a progetti di cui la Robur non diventava il “fine”, ma il “mezzo”.
La costruzione-business del nuovo stadio, la riqualificazione dell’area della Fortezza e dell’area di Pescaia dove sorge la rimessa comunale non a caso sono stati al centro di un convegno, che si è svolto al Santa Maria della Scala organizzato proprio dall’allora Acn Siena. Una utopia vanagloriosa che purtroppo rischia adesso di condizionare in modo negativo tutte le scelte future dell’attuale Robur, sia dentro sia fuori dal campo.
L’amministrazione comunale e l’assessore allo Sport, che ora agita la bandiera del Siena solo per propaganda, hanno gravi responsabilità politiche in tutta questa vicenda, soprattutto per mancanza di controllo e perfino di dialogo, come ha candidamente dichiarato a mezzo stampa Benini. La Giunta ha aspettato quasi tre anni prima di alzare la voce di fronte ai mancati lavori di consolidamento, chiudendo invece gli occhi quando era il momento di vigilare e sollecitare.
Il grido di aiuto che sta arrivando dai tifosi con prese di posizione da parte dei Club organizzati e da singoli sostenitori bianconeri sono un campanello d’allarme che necessita di immediati chiarimenti.
Per questo invitiamo il presidente della Robur, Emiliano Montanari, ad abbandonare il silenzio stampa e a rispondere a tutti gli interrogativi della comunità bianconera e della città. Al tempo stesso lo invitiamo ad un confronto chiaro e responsabile con il nostro candidato a sindaco, Fabio Pacciani.