La manifestazione è riuscita a portare nelle mura della città toscana drammaturgia nuova e motivi artistici popolari
MONTALCINO. 7 giorni di rassegna, 4 spettacoli per 4 quartieri, 12 artisti, un laboratorio con 9 frequentanti, più di 500 spettatori e altrettanto pasti offerti dai comitati dei quartieri, 10 persone dello staff e una importante ricaduta economica sul territorio. Sono questi i risultati del 32esimo Festival Internazionale del Teatro di Montalcino ideato e organizzato da Interno 5 con la direzione artistica di Hilenia De Falco, e il sostegno del Comune di Montalcino .
La manifestazione, malgrado i tagli al bilancio, è riuscita a portare nelle mura della città toscana drammaturgia nuova e motivi artistici popolari, fondendo le esigenze del pubblico con quelle della ricerca. Solo un tema come quello delle Vite d’artisti poteva consentire il connubio, mentre ha aiutato la presenza di artisti come Laura Curino, Gianfranco Berardi, Massimiliano Loizzi, Nicola Russo, Sara Borsarelli e la commovente Elettra Romani, per la seconda volta sul palco della sua storia a 82 anni.
“Crisi di finanziamenti ma non di qualità – ha sottolineato il vicesindaco di Montalcino Mario Vegni – perché il Comune tiene molto a questa manifestazione che ci riappropria di nostra una tradizione legata al teatro. Malgrado i dolorosi tagli al bilancio abbiamo fatto un grande sforzo per proporla anche quest’anno – ha aggiunto – perché rappresenta un evento di grande qualità culturale. In più i ragazzi di Interno 5 hanno stabilito un grande rapporto con la città integrandosi perfettamente con le persone e i quartieri a dimostrazione che non è stato un evento calato dall’alto ma che ha messo delle radici, per questo dovrà continuare anche nei prossimi anni”.
“Le pesanti decurtazioni subite dal nostro come da altri festival non fermano l’arte – spiega Hilenia De Falco direttrice artistica del festival – e le storie di questi magnifici interpreti, da De Andrè a Modugno, ma anche quelle meno note di Ciampi e Elettra, insegnano che lo spettacolo presuppone una strada di sacrificio. Ma questo non può servire a chi determina le scelte culturali nel nostro paese come alibi per rinunciare ad investire sui settori più vitali”. Il riferimento alla forzata riduzione del palinsesto è esplicito. Eppure, la risposta della popolazione locale è stata all’altezza della proposta: “Il calore del pubblico affezionato ci convince che la strada da noi percorsa è quella giusta. Speriamo di poter lavorare di più per poter servire meglio loro. E che il seguito di spettatori, nel tempo, si allarghi anche a chi con il teatro non ha consuetudine. Perché il nostro è un festival di condivisione” , ha continuato il artistico che poi ha aggiunto: “I ringraziamenti vanno anche alle incursioni del fondatore Paolo Coccheri, ai giovani di Montalcino che hanno aiutato nella comunicazione del festival, ai comitati di quartiere e alla loro cucina, a tutti quelli- ha concluso la De Falco- che hanno aiutato il 32esimo Festival Internazionale del Teatro di Montalcino a resistere”.