E chiede "maggiore trasparenza e onestà sulle sorti di Montepulciano"
“Trovo che l’azienda – dice Susanna Cenni nella lettera – stia procedendo in modo grave e omissivo, un modo che certo non aiuta le istituzioni a lavorare concretamente per costruire e sollecitare alternative credibili, supportando anche eventuali altri interessi. Durante il tavolo istituzionale nazionale che si è svolto a Roma lo scorso 21 dicembre e durante la riunione del giorno successivo presso la Regione Toscana con la proprietà dell’azienda, non è emersa la decisione di chiudere lo stabilimento di Montepulciano. Al contrario, con la lettera che lo stesso giorno dell’incontro a Roma è stata inviata al Ministero del lavoro e ai sindacati, sembra che la decisione di chiudere sei stabilimenti, tra cui quello toscano, sia già stata presa. Nella lettera, infatti, si richiede di inserire come causale della cassa integrazione straordinaria, la dicitura ‘cessazione di attività’”.
“Siamo consapevoli – continua Cenni – della gravità della crisi che sta attraversando il nostro Paese e della grande quantità delle situazioni di crisi che arrivano sui tavoli del Ministero. Proprio per questo, credo sia doveroso, da parte di tutti, comportarsi in modo trasparente e onesto nei luoghi in cui le istituzioni si impegnano a far incontrare le parti, sollecitando e sostenendo tutti i possibili percorsi di ripresa produttiva. Mi pare evidente, però, che Rdb abbia scelto di avere ben altro comportamento e voglio augurarmi che il Ministro prenda provvedimenti al riguardo. Intanto i lavoratori dell’Rdb di Montepulciano, al quale va tutto il mio sostegno, continuano il loro presidio, ma continua anche l’impegno, da parte nostra e delle istituzioni locali, per approfondire, valutare, ed eventualmente sostenere, soluzioni e ipotesi avanzate anche da altri imprenditori. Un impegno che ci auguriamo arrivi anche dal Ministero, per seguire il futuro degli stabilimenti che Rdb vorrebbe dismettere, tra cui quello di Montepulciano, e impedire di lasciare 78 persone senza lavoro chiudendo uno stabilimento che può dare ancora molto al territorio”.