"E' necessario sapersi organizzare, lavorare tutti insieme, avere obiettivi comuni"

di Augusto Mattioli
SIENA. Cesare Cecchi presidente di Confindustria Siena guarda con preoccupazione alla situazione dell’ateneo,della fondazione Mps e della Banca. “Se soffrono loro soffre tutta la provincia, che – spiega – ha fondato la sua economia su queste tre istituzioni, che hanno assorbito molta occupazione e dato impulso economico. Ora purtroppo grandi alternative non ce ne sono. E’ vero che c’è un tessuto industrial-imprenditoriale in Val d’Elsa e nel sud della provincia, ma è difficilmente paragonabile a queste tre realtà. Entrando in crisi loro, per vari motivi, entra in crisi tutto il sistema. La mia preoccupazione è che il “sistema Siena” che, tutto sommato, fino al 2007 ha funzionato, si è avvitato: quello che è successo negli ultimi cinque anni non ha aiutato”.
Per Cecchi non c’è un motivo unico che ha causato questa situazione: “Ce ne sono tanti. Si deve analizzare caso per caso. Sono del parere che a Siena manchi la cultura di impresa, la capacità di interfacciarsi con l’esterno. E’ sempre stata un’isola felice e, come tutte le isole, ha i suoi pro e i suoi contro. Siena è sempre vissuta nella bambagia, un po’per la presenza della Fondazione, un po’ per altri motivi e quindi non è stato necessario mettersi in relazione con l’esterno”.
Un’isola che oggi ha maggiori problemi di di qualche tempo fa con un forte deficit di infrastrutture, stradali e ferroviarie soprattutto, a cui si aggiunge la questione-aeroporto, una struttura oggi dal futuro molto incerto. “La scelta di tenere Siena isolata è cosa di decenni – sottolinea Cecchi -, ad esempio. della Siena Grosseto si parla da molti anni. E poi anche la questione dell’aeroporto di Ampugnano è una vergogna, perché non è mai stato percepito come una priorità. Una struttura del genere non si decide solo a Siena ma deve far parte di un sistema nazionale e regionale. Non c’è mai stata la volontà di farla decollare. E ci si è dormito sopra alla ricerca del consenso di tutti e questo ha provocato immobilismo”.
Il presidente Cecchi sottolinea inoltre che per cercare di uscire da situazioni di difficoltà che derivano certo dalla crisi generale, ma anche da quella degli enti che hanno sostenuto l’economia locale “è necessario sapersi organizzare, lavorare tutti insieme, avere obiettivi comuni, coordinare le varie iniziative razionalizzando le risorse. Ma il fatto è, e questa non è cosa nuova, che ognuno vuole la propria visibilità”.