Improvvisamente tutto è diventato urgente...
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SIENA. Il nuovo anno si apre su un panorama politico senese confuso, irto di tensioni e conflitti sotterranei. Il clima è quello che di solito precede la fine di un ciclo e prelude, forse, a una resa dei conti. Da quando ha cominciato ad essere troppo evidente che la grave crisi della fondazione MPS e della sua banca centra poco o niente con la crisi internazionale, ma ha radici tutte senesi – e siamo allo scorso novembre – è iniziato lo scarica barile delle responsabilità: comune-fondazione- banca. Ora siamo all’offerta dei capri espiatori. Per risolvere tutto si manda via il d.g. Vigni e si chiama al suo posto un ”papa straniero”; e bruscamente, dalla sera alla mattina . . . Non siamo sperticati ammiratori del dottor Vigni, che anzi avrebbe dovuto almeno tentare di svolgere con maggior incisività e orgoglio il proprio ruolo, ma siamo molto lontani dal vedere in lui l’unica origine degli attuali mali del Monte.
Molti aspetti della questione poi ci incuriosiscono. Perché, giunti a questo punto, non attendere aprile, la presentazione del bilancio? Ci sono oggi urgenze che non esistevano già a ottobre o novembre? Leggiamo che il d.g. in pectore, dottor Viola, assumerebbe ad interim anche l’incarico di amministratore delegato. Plaudiamo alla decisione di dare finalmente attuazione allo statuto che prevede tale funzione, ma perché mortificarla concentrandola nella figura dello stesso d.g., quindi impedendo quella dialettica e pluralità gestionale che lo statuto volle e che fin ora è stata negata?
Siamo lieti ma sorpresi di leggere che il PDL senese ha scoperto l’esistenza di un “sistema Siena” al quale ricondurre le responsabilità dell’attuale stato di cose; ma come, non era tutta colpa della crisi internazionale, come diceva la mozione che ad agosto avete votato in consiglio comunale con il PD? Già, e il PD? Il partito egemone della città, che esprime il sindaco, il presidente della banca, il presidente della fondazione e tanti, tanti altri, cosa pensa’? prosegue il suo assordante silenzio.
E ancora un’ultima domanda: se deve andarsene il Vigni, come mai deve invece restare abbarbicato al suo posto il rettore Riccaboni, la cui gestione ha molto aggravato la situazione dell’Università e la cui stessa legittimità nel ruolo è messa in dubbio da un’indagine della magistratura?
Alleanza per l’Italia – Circolo di Siena