Manca ancora la voce della città e dei lavoratori nella crisi della banca senese
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di Red
SIENA. La notizia si era diffusa mercoledì mattina, non si sa se originata tra i banchi del mercato settimanale sotto Fortezza o dalla frettolosa lettura dei primi lanci dei giornali del mattino. Ma come tutte le notizie, di voce in voce e di telefonata in telefonata, la cosa si era amplificata e in tutti gli uffici del Monte dei Paschi, a Siena come a Padova, a Lecce come in Sicilia, era tutto un mormorare che “il Monte sta per fallire!”.
Questo dà la misura della mancanza di informazione che esiste tra i dipendenti della banca. Ci sorge un sospetto: ma i sindacati dove sono? Avevamo chiesto che parlassero sindaco e presidente di provincia e, obtorto collo, alla fine i due qualcosa hanno ammesso, a denti stretti: sono stati costretti dagli eventi a raccontare alla città che il “sistema Siena” era alla frutta.
Con opinioni differenti, ma i sindacati che operano nell’area Fiat hanno espresso sempre a gran voce le loro idee. Ma dai sindacati interni alla banca, niente. Forse troppo legati alla Direzione? Forse ammutoliti dagli avanzamenti di carriera? Eppure, sul “Cittadinoonline.it” come su altra stampa che meno ha seguito le vicende della banca negli ultimi giorni nessuna nuova, nessuna protesta. La Falcri, appunto, si è svegliata stamattina, proprio forse per le chiacchiere di ieri “intra moenia”. Hanno fatto un comunicato intitolato “La bella vita” lezioso e genericamente contro i possessori di benefits aziendali, mah… fino a ieri mattina si occupavano solo di stage e di provvedimenti disciplinari.
La CGIL di Siena invece tuona “Niente cassa sulle pensioni”, ma non si chiede quanti bancari senesi arriveranno alla pensione. Eppure tutti non parlavano d’altro, dicendosi a vicenda che “dalla Direzione non trapela una parola”.
Come il vento sia girato bene lo sappiamo dall’andamento di borsa del pomeriggio, a cui nella notte hanno fatto eco positivo sia Wall Street che i mercati asiatici: Hang Seng +5,63%.
Stamattina, l’annuncio serale dell’aumento di capitale gratuito da 752 per inglobare il Fresh, il prestito che divide così tanto le opinioni di Rocca Salimbeni e Eba, ha fatto da volano positivo, e stasera sapremo se reggerà alla giornata borsistica. Addirittura Equita conferma prezzo obiettivo del titolo MPS la soglia di 0,3 euro (limite minimo del covenant).
Il risultato dell’aumento potrebbe risolvere a favore di Siena la querelle fatta con l’organismo europeo, che si è preso un’altra settimana per decidere cosa fare delle ricapitalizzazioni delle banche europee, e questo è un ulteriore motivo per tacitare le paure del default montepaschino. Inoltre sono sempre sulla bocca di tutti i nomi di BNP Paribas o di Credit Agricole come partners interessati a entrare nella compagine societaria di MPS. Fuori gioco la Sator di Arpe, che anzi si allontanerà dalla galassia Monte con la svendita delle azioni possedute dalla Fondazione. L’altro nome ricorrente è l’inglese HSBC (the world’s local bank). Si tende a confondere la Banca con la Fondazione, ma sicuramente nessuna delle due fallirà. Il prezzo però sarà pagato dalla città e dai dipendenti come se fossero tutte e due fallite. Saremo poveri come i capoluoghi di provincia oltre il centesimo posto nella graduatoria nazionale e tanti dovranno andare a lavorare dove probabilmente verrà spostata la Direzione Generale, anche se un ufficio di rappresentanza come Rocca Salimbeni al mondo non esiste.
Intanto, almeno in città, godiamoci il pomeriggio libero dal lavoro per la festività di S. Ansano, patrono locale. Le chiacchiere si smorzano e si confondono, poi si declinerà verso il Natale. Speriamo con i tuoi.