Il Consiglio Comunale dà mandato al sindaco "di monitorare la situazione"
di Red
SIENA. Continua a piovere sul bagnato per i tentativi di salvare banca MPS procurandole l’aiuto di vecchi e nuovi soci. Dopo la condanna di Caltagirone a tre anni e sei mesi per il caso Unipol-Bnl (che ne ha provocato la sospensione dal Cda), ieri è toccato al probabile “cavaliere bianco” Matteo Arpe, la cui presenza a Siena si era fatta quasi assidua nei giorni scorsi. Il manager di Sator, appena dopo un mese dal fallito tentativo di scalata di Bpm, ha riportato una condanna di tre anni e sette mesi per il reato di bancarotta nel processo Ciappazzi. Si fa il vuoto intorno a Siena? Arriveranno davvero i francesi? L’ultima volta che sono arrivati i francesi nella città del Palio sappiamo come è andata a finire: colonizzati dal comune fiorentino e costretti a ricominciare da capo (1559) in mezzo a distruzione e miseria, anche se le intenzioni di Biagio di Montluc erano buone.
Ieri si è svolto anche il consiglio comunale. Cominciato di buon mattino (8.30: veramente presto per le abitudini dei politici), solo nel tardo pomeriggio con i consiglieri ormai stanchi si è trovato il tempo per discutere della Fondazione e della Banca. Il succo: dibattito con intervento dei soli capigruppo (che sono 9 su 32 partecipanti) e mozione che, riconoscendo che ci sarebbero stati degli “errori” nella gestione della Fondazione, dà incarico al sindaco di fare quello che, evidentemente, non ha fatto da quando è stato eletto e che sicuramente non ha fatto il suo predecessore sulla poltrona di Palazzo Pubblico: “monitorare la situazione”. Sembra che questa gente viva su un altro pianeta: se il pallino rimane sempre nelle mani dei soliti, non si cambierà null. Nel suo sito internet, che comunque non viene aggiornato dal 27 marzo 2011 (preferisce Facebook), il sindaco ci ricorda che fa il politico da sempre nella formazione che governa la città da sempre, funzionario di partito: è dura mettere alla porta i “compagni” di una vita, ma la gravità degli errori nella conduzione della Banca dei Senesi è troppo grande per permettersi sentimentalismi.
Mentre a Siena si chiacchierava a vuoto, o quasi, i mercati hanno lavorato e – in una giornata chiusa in moderato rialzo – il titolo MPS ha perso -1,15% a euro 0,241 sull’eco delle notizie di stampa che raccontavano del naufragio Fondazione. Addirittura si è scritto di un patto di sindacato con Axa e Caltagirone che salirebbero nell’assetto azionario nuovo di banca MPS di un complessivo 17%: ma ai proprietari della Fondazione, Comune e Provincia, tutto questo è stato spiegato? Chi ha dato o darà il benestare della città a una simile operazione? Ma in Consiglio Comunale c’è qualcuno che sappia fare domande e qualcuno che sia obbligato a dare risposte? Riflettiamo sull’intervento del sindaco ieri pomeriggio: la colpa è della crisi, opportunamente fatta cominciare a settembre 2008 (così nemmeno una parola su Antonveneta), a cui la banca ha dovuto (?) fare la sua parte. Ha salvato lo Stato avendone acquistato il debito pubblico che ora è diventato zavorra (è proprio questo l’errore politico e materiale che dovrebbe mandare a casa Deputazione della Fondazione e Consiglio di Amministrazione MPS: dovevano rifiutarsi acquisti oltre il consentito dai parametri bancari, perché illegale, e il governo avrebbe dovuto procedere diversamente alla soluzione dei propri problemi e non scaricarli sul sistema bancario).
Morale della favola: non si è salvato lo Stato e si è messa la banca in condizione di farsela espropriare. Si conferma che la Fondazione non ha sentito in questi giorni la necessità di “informare” la proprietà dei guasti che stava affrontando, con la tecnica dello scaricabarile: se Ceccuzzi avesse letto i giornali qualche domanda l’avrebbe potuta fare a tempo debito, ma in Consiglio Comunale si vuole far credere di essere all’oscuro di tutto. Però adesso il sindaco si è rimesso in contatto costante con la Deputazione ma non si prenderà alcuna responsabilità sulle azioni da perseguire, proprio come deve fare il proprietario di una azienda agricola che viene a sapere dal fattore che la sua proprietà scenderà dal 50,1% della banca al 33%. Aprirà una finestra che dà su Piazza del Campo e guarderà sospirando di fronte a sé, dove si erge Palazzo Sansedoni. E seguirà “con grandissima attenzione l’evoluzione di queste ore davvero difficili”. Se lo farà come ha fatto finora, la sentenza è già scritta. E nella discussione sulle responsabilità, dopo, non abbiamo alcun interesse a partecipare, tanto il danno irreversibile è già stato fatto, non agendo nemmeno in quest’ora finale per salvare il salvabile.